12.12.25
SFOGLIATELLE DI CANOSA DI PUGLIA: RICETTA ORIGINALE NATALIZIA | SediciPuglia con Clementina
Le lenticchie sono il piatto simbolo della notte di San Silvestro, quello che, secondo la tradizione, porta soldi e fortuna per l’anno che verrà. Certo, lo diciamo ogni anno, ma se non dovesse funzionare? Meglio non rischiare, e quindi eccoci qui, pronti a preparare questo piatto ricco di storia e sapore. Per noi pugliesi, però, non sono solo un rito: sono un omaggio ai sapori autentici della nostra terra, con le lenticchie IGP di Altamura eccellenze del nostro territorio.
Se non le avete mai mangiate, non sapete cosa vi perdete! Grandi o piccole, sono sempre gustosissime e ottime e sono l’ingrediente perfetto per creare un piatto che unisce tradizione e qualità. E poi, diciamocelo, non c’è cenone che si rispetti senza una bella scodella di lenticchie fumanti con le salsicce. È il momento in cui tutti si alzano da tavola, tornano in cucina e chiedono: “Ma le lenticchie dove sono?!
Il termine "minestra" deriva dal latino ministrare, che significa servire. Originariamente, indicava il cibo che veniva distribuito ai commensali, simbolo di condivisione e unità familiare. Nel contesto pugliese, la minestra verde ha assunto un ruolo centrale durante le festività, rappresentando un ponte tra la tradizione e la modernità culinaria.

La pasticceria pugliese è famosa per i suoi dolci semplici ma ricchi di sapore, e i dolcetti di pasta di mandorle ne sono un esempio iconico. La mandorla è l' ingrediente protagonista di tanti dolci pugliesi, dalle paste secche ai biscotti alla cupeta e di tanti altri dolci tradizionali.
Preparati con ingredienti genuini e con mandorle locali, questi dolcetti, si tramandano di generazione in generazione e rappresentano una tradizione immancabile delle festività.
Questi biscotti si distinguono per la loro texture unica: leggermente croccanti all'esterno, ma straordinariamente teneri e morbidi all'interno. La loro delicatezza li rende perfetti non solo come dessert per concludere un pranzo speciale, ma anche per accompagnare una tazza di tè pomeridiano.
Vi passo gli ingredienti delle cartellate pugliesi al vincotto! Se siete alle prime armi, qui troviate un post che vi spiega passo dopo passo come realizzarle: [Clicca qui].
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La cucina pugliese vanta da tempo queste specialità tradizionali: anguille e capitoni, che trovano il loro posto immancabile sulle tavole pugliesi, soprattutto durante la vigilia di Natale.
Questi prodotti, che nascono nella laguna di Lesina, sono legati a una tradizione antica che affonda le sue radici nella cultura locale. Con la loro forma serpentina e una carne grassa e saporita, le anguille e i capitoni sono considerati una vera eccellenza della gastronomia pugliese. Vivono in uno degli habitat più unici del Gargano, una laguna che mescola acqua dolce e salata, creando un ecosistema ideale per la crescita di queste specie.
Le anguille e i capitoni si nutrono principalmente di piccoli pesci, crostacei, insetti, larve e molluschi. Questa dieta varia in base all’ambiente e alla disponibilità di cibo nei fondali della laguna, che rappresentano una risorsa fondamentale per il loro sviluppo e la loro crescita.
Il capitone e l’anguilla di Lesina seguono un ciclo vitale unico, che li rende affascinanti. Nascono nel Mar dei Sargassi, una regione dell’Atlantico centrale, dove le anguille si riproducono a migliaia di metri di profondità. Le larve, chiamate leptocefali, iniziano un viaggio epico di migliaia di chilometri, sfruttando le correnti oceaniche per raggiungere le coste europee e il Mediterraneo.
Una volta arrivate a Lesina, le anguille si dividono tra:
Maretiche: Pronte per intraprendere la migrazione riproduttiva verso il mare.
Pantanine: Più giovani, che rimangono nei fondali della laguna, nutrendosi di piccoli pesci, crostacei e insetti.
Questo ciclo vitale straordinario collega la laguna di Lesina al Mar dei Sargassi, conferendo a questo prodotto un valore unico nel panorama ittico internazionale.
Il capitone di Lesina è stato riconosciuto come Presidio Slow Food, a tutela della qualità del prodotto e delle tradizioni locali legate alla pesca. La pesca del capitone a Lesina riconosciuta come sostenibile, viene effettuata con l'uso tradizionale di ceste a nassa, che limitano l'impatto ambientale e rispettano l'equilibrio della laguna.
Ogni anno, nel mese di dicembre, la laguna di Lesina ospita la tradizionale Sagra dell’Anguilla, un evento che richiama visitatori da tutta la regione. Durante la manifestazione, è possibile degustare questi pesci dalla forma serpentina e dalla carne grassa in molti modi diversi:
Arrostiti alla brace: Una preparazione semplice e gustosa che esalta il sapore naturale del pesce.
Fritti: Croccanti e irresistibili, perfetti come antipasto o secondo piatto.
Al forno con lampascioni: Una ricetta tipica che abbina la dolcezza del pesce all’intensità delle verdure selvatiche.
Cotto con verdure selvatiche: Una preparazione tradizionale che unisce il sapore intenso del capitone alla freschezza e all’aroma delle erbe spontanee del Gargano.
La sagra non è solo un momento di degustazione, ma anche un’occasione per valorizzare il territorio e la cultura culinaria di Lesina, rendendo omaggio a un prodotto simbolo della laguna.
Il capitone e l’anguilla sono pesci particolarmente nutrienti, ricchi di omega-3, fondamentali per la salute cardiovascolare, e di vitamine come la vitamina A e la vitamina D. La loro carne grassa fornisce un’elevata quantità di energia, rendendoli ideali per i periodi freddi.
In conclusione il capitone e l’anguilla di Lesina rappresentano molto più di un prodotto gastronomico: sono simboli di una cultura profondamente legata al territorio e di una biodiversità che merita di essere preservata. Negli ultimi decenni, la popolazione di anguille europee ha subito un calo drammatico, stimato intorno al 90%. L'anguilla è stata classificata nella Lista Rossa dell’IUCN, Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, una specie in pericolo critico, evidenziando l'urgenza di misure per la sua tutela. Per questo motivo, il loro consumo è sempre più limitato ed è legato principalmente alle tradizioni culinarie natalizie.
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Le Sapienze dolci sono un biscotto tipico di Bisceglie, una città della provincia di Barletta-Andria-Trani, in Puglia, e dei paesi vicini, preparato soprattutto durante il periodo natalizio. Sono ricette antiche delle nostre nonne e mamme, che con amore e pazienza impastavano questi dolci per le feste, riempiendo la casa del profumo del vincotto e di spezie.
L’impasto veniva lavorato quasi completamente con il vincotto, un ingrediente che dona ai biscotti il loro gusto unico e inconfondibile.
Il loro nome richiama la saggezza e l’arte di chi, con pochi ingredienti semplici, riusciva a creare un dolce perfetto, capace di arricchire ogni tavola. Preparare le Sapienze dolci non era solo un modo per celebrare le feste, ma anche un momento di condivisione familiare, fatto di gesti semplici e di amore.
Perfetti per le feste, sono un dolce semplice e genuino che conserva tutto il calore e la magia delle tradizioni pugliesi.
Per il ripieno:
Preparare questo rustico significa riportare in vita un pezzo di Puglia, fatto di sapori autentici e memoria. Questi sono i piatti che amo, fatti di autenticità e genuinità, che raccontano le radici della nostra terra e uniscono le generazioni intorno alla tavola. Provatelo per vivere un viaggio nei sapori e profumi della tradizione!
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Il pane pugliese è molto più di un semplice alimento: è tradizione, famiglia e amore. Con i primi freddi preparare il pane diventa un rito speciale. Oggi voglio condividere con voi una ricetta che unisce la semplicità della tradizione alla creatività delle decorazioni natalizie. Realizzeremo delle forme di pane , usando una mascherina per imprimere l’immagine di un albero di Natale sulla superficie, spolverando la farina per creare un effetto visivo magico. È un'idea perfetta per sorprendere a tavola o come regalo fatto in casa, ricco di significato.
La cucina pugliese non smette mai di stupire con i suoi sapori unici e i vini che ne esaltano l’essenza, e tra questi spicca il Susumaniello, un vitigno autoctono dal passato travagliato e dal futuro luminoso. Questo vino rappresenta il simbolo di una rinascita enologica che valorizza le radici della Puglia. Nato tra le campagne assolate del Salento, il Susumaniello ha una storia che intreccia tradizione e innovazione. Un tempo considerato un vitigno secondario, oggi torna protagonista, grazie alla sua versatilità e al carattere autentico. Ma cosa rende speciale questo vino? Quali profumi e sapori racchiude in sé? E quali piatti lo esaltano al meglio? In questo viaggio scopriremo tutto sul Susumaniello, per brindare insieme alla cultura e al gusto della nostra terra.
Tra sapori antichi e racconti di famiglia, scopri il segreto di un piatto che riscalda il cuore delle feste.
Le pettole tarantine sono un simbolo della cucina tradizionale pugliese, preparate durante il periodo natalizio in tutta la regione. In particolare, a Taranto, è tradizione prepararle nel giorno di Santa Cecilia, il 22 novembre, dando avvio alle festività. Questi soffici bocconcini fritti, chiamati anche "pittule" in altre zone, rappresentano un’autentica celebrazione della semplicità. L’impasto, fatto di pochi ingredienti come farina, acqua e lievito, ha una consistenza pastosa e viene fritto per ottenere un prodotto dorato e irresistibile.
Si narra che una donna, nel giorno della Santa, preparò l'impasto per il pane ma, distratta dalla musica degli zampognari, lo lasciò lievitare troppo a lungo. Tornata a casa, decise di friggere delle piccole porzioni di quella pasta ormai inutilizzabile per il pane, dando così origine alle pettole. Un dolce errore che oggi si tramanda come una tradizione ricca di sapore.