Il Natale è il periodo dell'anno in cui le tradizioni si fanno più vive. Ci si ritrova insieme attorno alla tavola per festeggiare. Qui troverai ispirazioni per preparare prelibatezze che conquisteranno tutti.🎄 🎄
Se dici Puglia, pensi subito ai dolcetti di pasta di mandorle_
La pasticceria pugliese è famosa per i suoi dolci semplici ma ricchi di sapore, e i dolcetti di pasta di mandorle ne sono un esempio iconico. La mandorla è l' ingrediente protagonista di tanti dolci pugliesi, dalle paste secche ai biscotti alla cupeta e di tanti altri dolci tradizionali.
Preparati con ingredienti genuini e con mandorle locali, questi dolcetti, si tramandano di generazione in generazione e rappresentano una tradizione immancabile delle festività.
Questi biscotti si distinguono per la loro texture unica: leggermente croccanti all'esterno, ma straordinariamente teneri e morbidi all'interno. La loro delicatezza li rende perfetti non solo come dessert per concludere un pranzo speciale, ma anche per accompagnare una tazza di tè pomeridiano.
Cartellate pugliesi al vincotto: la ricetta tradizionale di Natale
Le cartellate sono uno dei dolci più antichi e rappresentativi della tradizione pugliese, preparate soprattutto durante il periodo natalizio. Da generazioni, accompagnano i Natali pugliesi portando in tavola il calore di una cucina che non è solo arte, ma anche amore.
La loro forma unica, arrotolata e pizzicata come un ricamo, racconta storie di mani sapienti che trasformano ingredienti semplici in piccoli capolavori.
La croccantezza della frittura, l’intreccio perfetto delle rose e il profumo del vincotto fanno di questo dolce una vera icona della Puglia, capace di raccontare storie con ogni morso: un patrimonio gastronomico autentico che celebra l’identità e i sapori unici della regione.
La loro forma unica, arrotolata e pizzicata come un ricamo, racconta storie di mani sapienti che trasformano ingredienti semplici in piccoli capolavori.
La croccantezza della frittura, l’intreccio perfetto delle rose e il profumo del vincotto fanno di questo dolce una vera icona della Puglia, capace di raccontare storie con ogni morso: un patrimonio gastronomico autentico che celebra l’identità e i sapori unici della regione.
Cartellate: la bontà in tutte le sue forme
Le cartellate, condite con miele arricchito da mandorle tostate e una spolverata di cannella, oppure immerse nel vincotto, sono irresistibili nella loro versione più tradizionale. Esistono anche varianti moderne, come quelle decorate con zuccherini colorati o arricchite con cioccolato, molto amate dai bambini.
Infine, c’è chi le preferisce al naturale, senza alcun condimento, per apprezzarne la croccantezza autentica, proprio come piace a me!
Infine, c’è chi le preferisce al naturale, senza alcun condimento, per apprezzarne la croccantezza autentica, proprio come piace a me!
Origini delle cartellate
Le cartellate sono uno dei dolci più antichi della Puglia e una vera opera d’arte culinaria. Le loro radici risalgono probabilmente al periodo greco-romano, quando dolci simili venivano offerti agli dèi per propiziare i raccolti.
Il nome “cartellate” potrebbe derivare dal termine dialettale “carteddate,” che significa "arrotolate," oppure dal greco “kartallos,” che indica un cesto intrecciato. Con l’avvento del cristianesimo, le loro forme sono state associate alle fasce di Gesù Bambino o alla corona di spine della Passione.
Oggi, le cartellate continuano a essere un simbolo del Natale pugliese, portando in tavola non solo dolcezza, ma anche una tradizione che unisce famiglie e generazioni.
Il nome “cartellate” potrebbe derivare dal termine dialettale “carteddate,” che significa "arrotolate," oppure dal greco “kartallos,” che indica un cesto intrecciato. Con l’avvento del cristianesimo, le loro forme sono state associate alle fasce di Gesù Bambino o alla corona di spine della Passione.
Oggi, le cartellate continuano a essere un simbolo del Natale pugliese, portando in tavola non solo dolcezza, ma anche una tradizione che unisce famiglie e generazioni.
Il dolce che unisce la Puglia
In tutta la regione, le cartellate assumono nomi diversi a seconda delle zone, riflettendo la ricchezza linguistica e culturale della Puglia: “carteddàte” o “scartillàte” nel barese, “crustoli” nel foggiano, " carangi" a San Giovanni Rotondo ,“cartiddate” nel Salento. Ogni nome racconta una storia, testimoniando la forte identità gastronomica della regione.
Nel Gargano, il vincotto d’uva dona al dolce un sapore intenso, mentre nel Salento è il vincotto di fichi a impreziosire ogni morso. Le mandorle locali, come la Filippo Cea delle Murge o la Fra Giulio del Gargano, e mandorla Tuono nel Salento, aggiungono croccantezza e tradizione.
L’olio extravergine di oliva, comune in tutta la Puglia, dona alle cartellate una fragranza unica durante la frittura. L’impasto, arricchito con vini bianchi pugliesi pregiati, esalta la bontà di questo dolce natalizio. Nel Salento, le cartellate si lasciano asciugare prima di friggerle, diventando più croccanti. Nel Gargano, invece, si friggono subito e restano più friabili.
Nel Gargano, il vincotto d’uva dona al dolce un sapore intenso, mentre nel Salento è il vincotto di fichi a impreziosire ogni morso. Le mandorle locali, come la Filippo Cea delle Murge o la Fra Giulio del Gargano, e mandorla Tuono nel Salento, aggiungono croccantezza e tradizione.
L’olio extravergine di oliva, comune in tutta la Puglia, dona alle cartellate una fragranza unica durante la frittura. L’impasto, arricchito con vini bianchi pugliesi pregiati, esalta la bontà di questo dolce natalizio. Nel Salento, le cartellate si lasciano asciugare prima di friggerle, diventando più croccanti. Nel Gargano, invece, si friggono subito e restano più friabili.
Cartellate al vincotto: il dolce fatto di semplicità
Le cartellate al vincotto rappresentano il simbolo della tradizione natalizia pugliese. Gli ingredienti sono semplici: farina, olio extravergine di oliva e vino bianco. Tuttavia, la loro preparazione richiede pazienza e abilità. L’impasto viene steso sottilissimo, tagliato in strisce e modellato con cura per creare la forma tipica di rosa o di nastro arrotolato.
Dopo la frittura, le cartellate vengono immerse nel vincotto, un mosto cotto d'uva o di fichi, oppure nel miele, che conferisce loro un sapore dolce e aromatico.
Fatti di semplicità, amore e tradizione, le cartellate al vincotto sono un dolce che racconta la Puglia in ogni boccone, celebrando le festività natalizie con un gusto inconfondibile e indimenticabile.
Dopo la frittura, le cartellate vengono immerse nel vincotto, un mosto cotto d'uva o di fichi, oppure nel miele, che conferisce loro un sapore dolce e aromatico.
Fatti di semplicità, amore e tradizione, le cartellate al vincotto sono un dolce che racconta la Puglia in ogni boccone, celebrando le festività natalizie con un gusto inconfondibile e indimenticabile.
Ricetta delle cartellate pugliesi al vincotto
Vi passo gli ingredienti delle cartellate pugliesi al vincotto! Se siete alle prime armi, qui troviate un post che vi spiega passo dopo passo come realizzarle: [Clicca qui].
Ingredienti :
6 uova fresche intere
3 cucchiai di zucchero
100 ml di olio extravergine di oliva
Circa 1 kg di farina 00 (quanto basta per un impasto morbido)
150 ml di vino bianco
Olio di oliva per friggere
Vincotto (di fichi o di uva)
3 cucchiai di zucchero
100 ml di olio extravergine di oliva
Circa 1 kg di farina 00 (quanto basta per un impasto morbido)
150 ml di vino bianco
Olio di oliva per friggere
Vincotto (di fichi o di uva)
scaglie di mandorla per decorare o mandorle tostate spezzettate
Procedimento
1. Preparare l’impasto: Rompete le uova in una ciotola capiente e sbattetele leggermente con una forchetta. Aggiungete lo zucchero, l’olio extravergine di oliva e il vino bianco, mescolando fino a ottenere un composto omogeneo.
2. Incorporare la farina: Disponete la farina a fontana su una spianatoia e versate il composto liquido al centro. Lavorate l’impasto con le mani, aggiungendo farina poco alla volta fino a ottenere una massa morbida ed elastica.
3. Riposo dell’impasto:Formate un panetto con l’impasto, copritelo con un canovaccio pulito e lasciatelo riposare a temperatura ambiente per circa 30 minuti.
4. Stendere l’impasto:Dopo il riposo, dividete l’impasto in porzioni e stendetelo con un mattarello o una macchina per la pasta fino a ottenere sfoglie sottili di circa 2 mm.
5. Creare le cartellate:Con una rotella dentellata, ritagliate strisce di circa 3 cm di larghezza e 20-30 cm di lunghezza. Pizzicate i bordi a intervalli regolari per creare delle conchette, poi arrotolate ogni striscia su se stessa formando una spirale a forma di rosa. Man mano che le preparate, copritele con un canovaccio per evitare che si secchino.
6. Friggere le cartellate:In una padella capiente, scaldate abbondante olio di oliva. Friggete poche cartellate alla volta fino a quando saranno dorate e croccanti. Scolatele su carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso.
7. Lasciarle raffreddare:Una volta fritte, lasciatele raffreddare completamente.
8. Decorare con il vincotto:Scaldate il vincotto in un pentolino per renderlo più fluido. Immergete le cartellate nel vincotto solo prima di mangiarle, così rimarranno fragranti e non si ammolleranno.
Conservazione
Cartellate cotte non condite: Si conservano in sacchetti di plastica per alimenti, ben chiusi, fino a una settimana.
Cartellate condite con vincotto: Riponetele in frigorifero, dove si mantengono per alcuni giorni. Prima di servirle, lasciatele a temperatura ambiente.
Cartellate condite con vincotto: Riponetele in frigorifero, dove si mantengono per alcuni giorni. Prima di servirle, lasciatele a temperatura ambiente.
Potrebbero interessarti anche:
Se ami i dolci tradizionali pugliesi, devi assolutamente provare il Propato della Zita, una ricetta di matrimonio che racchiude tutta la dolcezza della Puglia.
Cantucci pugliesi: ricetta tradizionale
Mostaccioli pugliesi
Mostaccioli al cioccolato
Ricette di Natale puglisi e non
Cupeta salentina
Mandorle atterrate
Natale a Locorotodo
Tag:
cartellate pugliesi, cartellate al vincotto, dolci natalizi pugliesi, ricette di Natale pugliesi, cucina pugliese, dolci fritti pugliesi, vincotto di fichi, vincotto d'uva, dolci della tradizione pugliese, cartellate tradizionali, ricetta cartellate pugliesi, dolci di Natale, cartellate ricetta originale, cartellate pugliesi tradizione, cartellate dolce natalizio, cucina regionale pugliese, ricette dolci pugliesi, cartellate croccanti, dolci con miele e vincotto, cartellate pugliesi ricetta passo passo, carangi, crustl, crustoli, carteddàte
Lesina e il futuro delle sue anguille
Nelle fredde serate natalizie, sulle tavole del Gargano, il capitone, la grande anguilla femmina, è da sempre un piatto simbolo di festa e tradizione. La sua carne tenera, saporita e ricca di proprietà nutrizionali, racconta storie di pescatori che affrontavano le acque dei laghi di Lesina e Varano per garantire questo pregiato pesce sulle tavole pugliesi. Ad oggi, a Lesina la quantità di anguille presenti nel lago si è sensiblmente ridotta. Questa tradizione di consumare anguille, simbolo delle festività natalizie, rischia di svanire. Secondo IUCN, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (, l’anguilla europea (Anguilla anguilla) è in pericolo critico, con una riduzione del 90% delle sue popolazioni negli ultimi decenni.
Un viaggio epico: dalle sorgenti al Mar dei Sargassi
Le anguille europee sono protagoniste di un ciclo vitale unico al mondo. Nascono nel misterioso Mar dei Sargassi, nell’Oceano Atlantico, e le loro larve attraversano un viaggio straordinario di oltre 6.000 chilometri, spinte dalle correnti oceaniche.
Raggiungono le acque dolci europee e africane, inclusi i laghi di Lesina e Varano, dove vivono per anni. Una volta raggiunta la maturità, le anguille intraprendono il viaggio di ritorno verso il Mar dei Sargassi per riprodursi e completare il ciclo.
Un tempo abbondanti, queste creature affascinanti erano una risorsa preziosa per le economie locali. Oggi, il loro numero è drasticamente diminuito, portando questa specie sull’orlo della scomparsa.
Un tempo abbondanti, queste creature affascinanti erano una risorsa preziosa per le economie locali. Oggi, il loro numero è drasticamente diminuito, portando questa specie sull’orlo della scomparsa.
Le cause del declino
Barriere Artificiali
Sbarramenti e dighe interrompono i percorsi migratori, impedendo alle anguille di raggiungere le aree di riproduzione nel Mar dei Sargassi.
Inquinamento
Le acque dei laghi e dei fiumi sono sempre più contaminate da sostanze tossiche, come pesticidi, microplastiche e metalli pesanti, che compromettono la salute delle anguille e il loro habitat.
Pesca Selvaggia e Illegale
La pesca indiscriminata, talvolta praticata per soddisfare la domanda di mercati internazionali, ha contribuito significativamente al declino delle popolazioni di anguille.
Malattie e Parassiti
L'introduzione accidentale di un parassita, originario dell’Asia, ha avuto conseguenze devastanti sulle anguille europee.
Sbarramenti e dighe interrompono i percorsi migratori, impedendo alle anguille di raggiungere le aree di riproduzione nel Mar dei Sargassi.
Inquinamento
Le acque dei laghi e dei fiumi sono sempre più contaminate da sostanze tossiche, come pesticidi, microplastiche e metalli pesanti, che compromettono la salute delle anguille e il loro habitat.
Pesca Selvaggia e Illegale
La pesca indiscriminata, talvolta praticata per soddisfare la domanda di mercati internazionali, ha contribuito significativamente al declino delle popolazioni di anguille.
Malattie e Parassiti
L'introduzione accidentale di un parassita, originario dell’Asia, ha avuto conseguenze devastanti sulle anguille europee.
Cambiamenti climatici
L’aumento delle temperature e l’alterazione degli ecosistemi naturali influiscono negativamente sul ciclo vitale delle anguille.
L’aumento delle temperature e l’alterazione degli ecosistemi naturali influiscono negativamente sul ciclo vitale delle anguille.
La legge che protegge l’Anguilla
Dal 1° gennaio 2024, la pesca dell’anguilla europea è vietata per gran parte dell’anno nell’Unione Europea, come stabilito dal Regolamento (UE) n. 2022/109.
In Italia, il divieto di pesca è in vigore dal 1° gennaio al 31 marzo di ogni anno. Nel 2024, è stato stabilito un ulteriore periodo di chiusura dal 1° aprile al 30 giugno, per garantire la tutela della specie.
In Italia, il divieto di pesca è in vigore dal 1° gennaio al 31 marzo di ogni anno. Nel 2024, è stato stabilito un ulteriore periodo di chiusura dal 1° aprile al 30 giugno, per garantire la tutela della specie.
Alternative sostenibili per il Natale
Proteggere l’anguilla non significa rinunciare ai sapori della tradizione natalizia pugliese. Ecco alcune proposte autentiche e sostenibili per arricchire la tua tavola in modo creativo:
Baccalà con i Cardi: Un grande classico pugliese, perfetto per le festività, che unisce sapori delicati e genuini.
Pasta al Forno con Cardoncelli e Mozzarella di Bufala: Un piatto ricco e profumato, ideale per portare in tavola la festa con ingredienti della tradizione.
Cavatelli con Cardoncelli e Cozze: Un abbinamento sorprendente che mescola il gusto deciso dei cardoncelli con la freschezza delle cozze.
Calamari ripieni alla Pugliese: Farciti con pane raffermo, prezzemolo, capperi e pomodorini secchi. Un piatto di mare che porta i sapori del Gargano sulla tavola.
Zuppa di Pesce Locale: Preparata con pesci come gallinella, scorfano e triglie, è una ricetta che celebra il mare e la tradizione natalizia pugliese.
Pettole: Piccole delizie fritte, perfette per iniziare il pasto con un tocco di semplicità e gusto.
E poi ci sono i dolci calzoncelli con i ceci, cartellate, mostaccioli, mandorle atterrate e tante altre bontà.
Pasta al Forno con Cardoncelli e Mozzarella di Bufala: Un piatto ricco e profumato, ideale per portare in tavola la festa con ingredienti della tradizione.
Cavatelli con Cardoncelli e Cozze: Un abbinamento sorprendente che mescola il gusto deciso dei cardoncelli con la freschezza delle cozze.
Calamari ripieni alla Pugliese: Farciti con pane raffermo, prezzemolo, capperi e pomodorini secchi. Un piatto di mare che porta i sapori del Gargano sulla tavola.
Zuppa di Pesce Locale: Preparata con pesci come gallinella, scorfano e triglie, è una ricetta che celebra il mare e la tradizione natalizia pugliese.
Pettole: Piccole delizie fritte, perfette per iniziare il pasto con un tocco di semplicità e gusto.
E poi ci sono i dolci calzoncelli con i ceci, cartellate, mostaccioli, mandorle atterrate e tante altre bontà.
In conclusione, la tavola natalizia pugliese rappresenta un vero e proprio tripudio di sapori, profumi e tradizioni che si tramandano di generazione in generazione. Celebrare le feste non significa solo onorare la nostra cultura, ma anche fare scelte che rispettino l’ambiente e il delicato equilibrio della natura. Con un po’ di creatività e attenzione, possiamo mantenere vive le nostre tradizioni culinarie senza compromettere la biodiversità, contribuendo così a preservare ciò che rende unica la nostra terra.
Se vuoi leggere di piu':
LA MAGIA DELLE PIZZE FRITTE O PETTOLE PUGLIESI
TARALLI DOLCI - I PROPATI DELLA ZITA
CALZONCELLI CON LE CASTAGNE - I DOLCI DEL NATALE PUGLIESE
VINCOTTO: L’ORO LIQUIDO DELLA TRADIZIONE PUGLIESE
Tag :
capitoni, anguille, Gargano, tradizioni natalizie, sostenibilità, pesca vietata, biodiversità, cucina pugliese, ricette pugliesi, baccalà con cardi, cardoncelli, calamari ripieni, pettole, zuppa di pesce, Natale in Puglia, piatti natalizi pugliesi, ricette sostenibili, pesce a Natale, Mar dei Sargassi e anguille, migrazione anguille, anguilla, migrazione anguille, Mar dei Sargassi, Lago di Lesina, ciclo vitale anguille, tradizione pugliese, capitone di Lesina, pesca anguille, viaggio anguille, estinzione anguille
Articolo scritto da Clementina Urbano per Sedicipuglia – Cucina pugliese vera dal 2009.
Racconto di Natale: la Tragedia dei 15 Vaticali del Gargano (Dicembre 1846)_
Federico II e l’amore per le anguille delle lagune di Lesina e Varano_
Prima di addentrarci nel racconto di Natale, è importante ricordare il legame profondo tra le lagune di Lesina e Varano e il territorio pugliese, un legame che risale a tempi antichissimi e che si rafforzava soprattutto nel periodo di Natale, quando anguille, capitoni e altri pesci diventavano protagonisti delle tavole festive.
Persino Federico II, l’imperatore noto per la sua passione per il territorio pugliese, apprezzava particolarmente le anguille e i capitoni di questa zona. Una lettera scritta nel 1240 alla Curia di Foggia testimonia la sua richiesta di anguille fresche, destinate alla sua tavola imperiale. Si racconta che queste venissero preparate con grande cura dal suo cuoco personale, Berardo, che le marinava con aceto e le arrostiva, esaltando i sapori unici di questa prelibatezza locale.
La cucina pugliese vanta da tempo queste specialità tradizionali: anguille e capitoni, che trovano il loro posto immancabile sulle tavole pugliesi, soprattutto durante la vigilia di Natale.
Questi prodotti, che nascono nella laguna di Lesina, sono legati a una tradizione antica che affonda le sue radici nella cultura locale. Con la loro forma serpentina e una carne grassa e saporita, le anguille e i capitoni sono considerati una vera eccellenza della gastronomia pugliese. Vivono in uno degli habitat più unici del Gargano, una laguna che mescola acqua dolce e salata, creando un ecosistema ideale per la crescita di queste specie.
La Laguna di Lesina: un patrimonio unico
La laguna di Lesina, situata nel Gargano settentrionale, si estende per circa 22 chilometri di lunghezza ed è separata dal mare Adriatico dal Bosco Isola, una sottile striscia di terra. Questo bacino costiero è caratterizzato dall’incontro di acqua dolce, proveniente dai canali interni, e acqua salata, che entra attraverso i canali di Acquarotta e Schiapparo.
Questo mix crea un ambiente ricco di nutrienti, ideale per la crescita dell’anguilla (Anguilla anguilla) e del capitone. Nella vicina laguna di Varano, invece, si allevano ostriche, considerate tra le più carnose della Puglia.
Questo mix crea un ambiente ricco di nutrienti, ideale per la crescita dell’anguilla (Anguilla anguilla) e del capitone. Nella vicina laguna di Varano, invece, si allevano ostriche, considerate tra le più carnose della Puglia.
Capitoni e anguille: differenze, dimensioni e peso
A Lesina, la distinzione tra capitoni e anguille è ben definita:
Capitone (femmina adulta): Può raggiungere lunghezze superiori al metro e mezzo e pesare fino a 3-4 kg. La sua carne è grassa, ricca e particolarmente adatta a piatti festivi.
Anguilla (maschio o giovane esemplare): Più piccola, varia tra 40 e 60 cm di lunghezza, con un peso medio di 500 g – 1 kg.
Capitone (femmina adulta): Può raggiungere lunghezze superiori al metro e mezzo e pesare fino a 3-4 kg. La sua carne è grassa, ricca e particolarmente adatta a piatti festivi.
Anguilla (maschio o giovane esemplare): Più piccola, varia tra 40 e 60 cm di lunghezza, con un peso medio di 500 g – 1 kg.
Nutrizione di anguille e capitoni
Le anguille e i capitoni si nutrono principalmente di piccoli pesci, crostacei, insetti, larve e molluschi. Questa dieta varia in base all’ambiente e alla disponibilità di cibo nei fondali della laguna, che rappresentano una risorsa fondamentale per il loro sviluppo e la loro crescita.
Difficoltà e declino nella produzione di anguille e capitoni
Negli ultimi anni, la laguna di Lesina ha affrontato due principali problematiche ambientali che hanno compromesso la produzione di anguille e capitoni:
Caldo e moria di pesci: Le alte temperature hanno ridotto i livelli di ossigeno nell’acqua, causando la morte di diverse specie ittiche, incluse le anguille.
Manutenzione insufficiente dei canali: I canali che collegano la laguna al mare non sono stati adeguatamente puliti, ostacolando il ricambio idrico e peggiorando la qualità dell’acqua.
Questi problemi hanno alterato l’habitat delle anguille, riducendo significativamente le catture e creando difficoltà per i pescatori locali.
Caldo e moria di pesci: Le alte temperature hanno ridotto i livelli di ossigeno nell’acqua, causando la morte di diverse specie ittiche, incluse le anguille.
Manutenzione insufficiente dei canali: I canali che collegano la laguna al mare non sono stati adeguatamente puliti, ostacolando il ricambio idrico e peggiorando la qualità dell’acqua.
Questi problemi hanno alterato l’habitat delle anguille, riducendo significativamente le catture e creando difficoltà per i pescatori locali.
Il ciclo di vita e il viaggio straordinario
Il capitone e l’anguilla di Lesina seguono un ciclo vitale unico, che li rende affascinanti. Nascono nel Mar dei Sargassi, una regione dell’Atlantico centrale, dove le anguille si riproducono a migliaia di metri di profondità. Le larve, chiamate leptocefali, iniziano un viaggio epico di migliaia di chilometri, sfruttando le correnti oceaniche per raggiungere le coste europee e il Mediterraneo.
Una volta arrivate a Lesina, le anguille si dividono tra:
Maretiche: Pronte per intraprendere la migrazione riproduttiva verso il mare.
Pantanine: Più giovani, che rimangono nei fondali della laguna, nutrendosi di piccoli pesci, crostacei e insetti.
Questo ciclo vitale straordinario collega la laguna di Lesina al Mar dei Sargassi, conferendo a questo prodotto un valore unico nel panorama ittico internazionale.
Presidio Slow Food
Il capitone di Lesina è stato riconosciuto come Presidio Slow Food, a tutela della qualità del prodotto e delle tradizioni locali legate alla pesca. La pesca del capitone a Lesina riconosciuta come sostenibile, viene effettuata con l'uso tradizionale di ceste a nassa, che limitano l'impatto ambientale e rispettano l'equilibrio della laguna.
La Sagra dell’Anguilla di Lesina
Ogni anno, nel mese di dicembre, la laguna di Lesina ospita la tradizionale Sagra dell’Anguilla, un evento che richiama visitatori da tutta la regione. Durante la manifestazione, è possibile degustare questi pesci dalla forma serpentina e dalla carne grassa in molti modi diversi:
Arrostiti alla brace: Una preparazione semplice e gustosa che esalta il sapore naturale del pesce.
Fritti: Croccanti e irresistibili, perfetti come antipasto o secondo piatto.
Al forno con lampascioni: Una ricetta tipica che abbina la dolcezza del pesce all’intensità delle verdure selvatiche.
Cotto con verdure selvatiche: Una preparazione tradizionale che unisce il sapore intenso del capitone alla freschezza e all’aroma delle erbe spontanee del Gargano.
La sagra non è solo un momento di degustazione, ma anche un’occasione per valorizzare il territorio e la cultura culinaria di Lesina, rendendo omaggio a un prodotto simbolo della laguna.
Proprietà nutrizionali
Il capitone e l’anguilla sono pesci particolarmente nutrienti, ricchi di omega-3, fondamentali per la salute cardiovascolare, e di vitamine come la vitamina A e la vitamina D. La loro carne grassa fornisce un’elevata quantità di energia, rendendoli ideali per i periodi freddi.
In conclusione il capitone e l’anguilla di Lesina rappresentano molto più di un prodotto gastronomico: sono simboli di una cultura profondamente legata al territorio e di una biodiversità che merita di essere preservata. Negli ultimi decenni, la popolazione di anguille europee ha subito un calo drammatico, stimato intorno al 90%. L'anguilla è stata classificata nella Lista Rossa dell’IUCN, Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, una specie in pericolo critico, evidenziando l'urgenza di misure per la sua tutela. Per questo motivo, il loro consumo è sempre più limitato ed è legato principalmente alle tradizioni culinarie natalizie.
Tag:
cucina pugliese, capitone, anguille di Lesina, laguna di Lesina, Slow Food, Gargano, tradizioni natalizie, ricette pugliesi, cucina pugliese, cucina di Natale, ricette tradizionali autentiche, cultura gastronomica, sagra dell’anguilla, biodiversità marina, pesce di lago, cucina sostenibile, specialità italiane, tradizioni italiane, ecosistemi italiani
Se Dici Puglia, dici "Lampascioni sotto la cenere": un rito antico della cucina pugliese_
I lampascioni, piccoli bulbi dal sapore unico e leggermente amarognolo, sono un simbolo della cucina povera pugliese. Sin dall'antichità, questi preziosi tesori della terra venivano raccolti a mano dai contadini, che riconoscevano in essi un alimento semplice ma nutriente, perfetto per arricchire la tavola con pochi mezzi.
La cottura sotto la cenere era un’arte che si è tramandata di generazione in generazione: un modo per preservare il sapore autentico del lampascione, conferendogli una consistenza morbida e un profumo leggermente affumicato. Questo metodo, semplice ma ingegnoso, rispecchia l’anima della Puglia: essenziale e ricca di sapori.

Pomodoro giallo da serbo: un'icona della cucina pugliese e della sostenibilità _
Il pomodoro invernale, giallo da serbo è una varietà unica, profondamente legata alla tradizione agricola pugliese.
Con il suo colore vivace e la sua straordinaria capacità di conservazione, rappresenta un simbolo di resilienza e biodiversità.
Adatto ai terreni aridi e calcarei della Puglia, questo pomodoro non necessita di irrigazioni, pratica definita "in seccagno", dimostrando un equilibrio perfetto tra tradizione e sostenibilità.È disponibile tutto l’anno grazie al metodo tradizionale di conservazione in ‘nzerta (trecce di pomodori appesi), che consente di utilizzarlo nei mesi invernali senza perdere qualità. Rivalutare il pomodoro giallo da serbo significa investire nel futuro, garantendo la preservazione delle risorse naturali e delle locali.
Categorie
In Puglia, Santa Lucia rappresenta una legame di fede con la cultura e la cucina locale.
Il giorno di Santa Lucia, il 13 dicembre, porta con sé una luce particolare, soprattutto in Puglia, dove le tradizioni religiose si intrecciano con riti antichi e sapori autentici. Conosciuto come il giorno più corto dell’anno, è celebrato in modo diverso da zona a zona.
In molti paesini pugliesi, come Corato, Bitonto, Putignano, Noci e altre piccole località, si accendono grandi falò. Questi fuochi, che illuminano la notte, sono simboli di purificazione e speranza, un gesto collettivo che unisce la comunità in un momento di raccoglimento.
Nel Gargano, invece, la tradizione assume una forma diversa, più intima e riflessiva: la penitenza delle 13 fave secche, accompagnate solo da acqua. Un rituale antico, semplice e carico di significato, che rappresenta l’umiltà e il sacrificio della santa.
Accanto a questi gesti di penitenza, non manca un tocco di dolcezza. In diverse zone della Puglia, si preparano i taralli, come i caratteristici “occhi di Santa Lucia”, un dolce semplice che ricorda simbolicamente il sacrificio della santa.
In molti paesini pugliesi, come Corato, Bitonto, Putignano, Noci e altre piccole località, si accendono grandi falò. Questi fuochi, che illuminano la notte, sono simboli di purificazione e speranza, un gesto collettivo che unisce la comunità in un momento di raccoglimento.
Nel Gargano, invece, la tradizione assume una forma diversa, più intima e riflessiva: la penitenza delle 13 fave secche, accompagnate solo da acqua. Un rituale antico, semplice e carico di significato, che rappresenta l’umiltà e il sacrificio della santa.
Accanto a questi gesti di penitenza, non manca un tocco di dolcezza. In diverse zone della Puglia, si preparano i taralli, come i caratteristici “occhi di Santa Lucia”, un dolce semplice che ricorda simbolicamente il sacrificio della santa.
Nel racconto che segue, vi parlo di come la mia famiglia viveva questo giorno, tra fede, tradizioni e qualche sorriso. È una storia che porto nel cuore e che spero vi diverta.

Vuoi imparare a fare le orecchiette insieme a me? Scopri i segreti della cucina pugliese.
La Puglia è una terra di tradizioni e sapori autentici, e la preparazione delle orecchiette rappresenta uno dei simboli più caratteristici della sua cucina. Era tradizione, la domenica mattina, trasformare le case in piccoli laboratori: si preparavano le orecchiette, dette nel Gargano "ricchitedd". Nelle diverse zone della Puglia, le orecchiette assumono nomi differenti, riflettendo la varietà dialettale e culturale del territorio: chiancarelle, strascinati, fiaffioli, strasc'nat, recchjetedd, stachioddi e recch' d'privt, sono solo alcune delle denominazioni locali.
A Bari Vecchia, questa tradizione è ancora viva. Nei sottani o direttamente in strada, si può assistere alla preparazione della pasta fresca: un’esperienza unica per chi vuole immergersi nella cultura e nei gesti antichi di questa terra.
Le orecchiette al primitivo con verza e pomodoro sono una rivisitazione di un’antica tradizione pugliese. Questo piatto combina il sapore autentico della cucina casalinga con un tocco moderno dato dall’utilizzo di orecchiette secche preparate con il vino primitivo di Manduria. Le orecchiette, iconico simbolo della Puglia, sono un formato di pasta amato e diffuso in tutta la regione, protagonista di tantissime preparazioni diverse. La combinazione di verza e pomodoro valorizza la semplicità della cucina pugliese, trasformadola in un piatto dal sapore intenso e genuino.
Da provare: il sapore intenso del primitivo si sposa con la dolcezza della verza, mentre la feschezza del pomodoro completa questo piatto in modo armonioso.
"Se Dici Puglia": un viaggio tra sapori autentici e tradizione con il Pane Rosone di Lula _
Percorrere tanti chilometri, dal Gargano a Trani, per prendere del pane può sembrare eccessivo, ma quando si parla del Pane Rosone di Lula - Pane e Dessert, tutto cambia.
Questo viaggio non è stato solo un modo per scoprire un’eccellenza pugliese, ma anche un’opportunità per immergermi nella bellezza e nella cultura di una città come Trani, dove arte, tradizione e sapori si incontrano.
Il protagonista? Una pagnotta ispirata al rosone romanico della maestosa Cattedrale di Trani, simbolo di fede e creatività.
La bellezza di Trani, con la sua iconica Cattedrale che si affaccia sul mare, ha fatto da cornice a un’esperienza indimenticabile, in cui il pane è diventato protagonista di una narrazione ricca di gusto e magia.
Categorie
Le Sapienze dolci: i biscotti natalizi di Bisceglie _
Le Sapienze dolci sono un biscotto tipico di Bisceglie, una città della provincia di Barletta-Andria-Trani, in Puglia, e dei paesi vicini, preparato soprattutto durante il periodo natalizio. Sono ricette antiche delle nostre nonne e mamme, che con amore e pazienza impastavano questi dolci per le feste, riempiendo la casa del profumo del vincotto e di spezie.
L’impasto veniva lavorato quasi completamente con il vincotto, un ingrediente che dona ai biscotti il loro gusto unico e inconfondibile.
Il loro nome richiama la saggezza e l’arte di chi, con pochi ingredienti semplici, riusciva a creare un dolce perfetto, capace di arricchire ogni tavola. Preparare le Sapienze dolci non era solo un modo per celebrare le feste, ma anche un momento di condivisione familiare, fatto di gesti semplici e di amore.
Perfetti per le feste, sono un dolce semplice e genuino che conserva tutto il calore e la magia delle tradizioni pugliesi.
Iscriviti a:
Post (Atom)