Racconto di Natale: la Tragedia dei 15 Vaticali del Gargano (Dicembre 1846)_
Federico II e l’amore per le anguille delle lagune di Lesina e Varano_
Prima di addentrarci nel racconto di Natale, è importante ricordare il legame profondo tra le lagune di Lesina e Varano e il territorio pugliese, un legame che risale a tempi antichissimi e che si rafforzava soprattutto nel periodo di Natale, quando anguille, capitoni e altri pesci diventavano protagonisti delle tavole festive.
Persino Federico II, l’imperatore noto per la sua passione per il territorio pugliese, apprezzava particolarmente le anguille e i capitoni di questa zona. Una lettera scritta nel 1240 alla Curia di Foggia testimonia la sua richiesta di anguille fresche, destinate alla sua tavola imperiale. Si racconta che queste venissero preparate con grande cura dal suo cuoco personale, Berardo, che le marinava con aceto e le arrostiva, esaltando i sapori unici di questa prelibatezza locale.
La mia storia di Natale: Un racconto tramandato ogni anno
Ci sono storie che restano dentro, che ascolti da bambina e che ti accompagnano per tutta la vita. C’è chi è cresciuto con i racconti di Dickens e chi con le storie che parlano di antiche mulattiere, di sacrifici e di tradizioni. Questa è la mia storia di Natale, quella che puntualmente ogni anno, nelle fredde serate d' inverno mio padre mi raccontata davanti al caminetto. E ogni volta che la raccontava si emozionava profondamente.
Il racconto di mio padre: “Non sono tornati più...”
"Un gruppo di mercanti partì da San Giovanni Rotondo," iniziava mio padre. "Dovevano recarsi a Cagnano per acquistare pesce, anguille, cefali e altri pesci per le feste di Natale.
Attraversavano un'antica mulattiera, una strada impervia e tortuosa, che collegava San Giovanni Rotondo a Cagnano e alle Lagune di Lesina, un percorso difficile ma ben conosciuto da tutti."
"Al ritorno, passando nei boschi lungo il tratturo che attraversava Monte Calvo, furono sommersi da una tormenta di neve," continuava mio padre. "Qui, nel nostro paese, le nevicate erano abbondanti e coprivano tutto. Il freddo li bloccò. Non sono tornati più." Con voce flebile, mi diceva: "Figlia mia, non sono tornati più...". "Sò arrtrate sulu li ciucc e li cavadd".
"Ma sai cosa successe? I muli e i cavalli, carichi di mercanzie, trovarono da soli la strada di casa. Si fermarono davanti alle abitazioni, ma senza padroni. Le famiglie, vedendoli arrivare, capirono subito che qualcosa di terribile era accaduto".
"Papà, ma li hanno trovati?" chiedevo ogni volta con il fiato sospeso.
"Sì," rispondeva con un sospiro. "Quei poveretti sono stati ritrovati, ma tutti morti assiderati. Eppure, erano quasi arrivati mancavano solo tre chilometri da San Giovanni Rotondo."
Ogni volta che mio padre raccontava questa storia, si commuoveva e più volte nel raccontare si fermava. Anche a lui era stata raccontata questa storia...
Le sue parole erano cariche di emozione, come se quei mercanti li avesse conosciuti davvero, come se il dolore per quella perdita fosse diventato parte del suo stesso ricordo.
Il Sentiero dei Vaticali: la memoria di una tragedia
Da bambina, questa storia mi affascinava e mi lasciava interrogativi, ma crescendo ho voluto cercare risposte. Mi sono documentata e ho scoperto che ciò che raccontava mio padre era vero.
Tuttavia, non si trattava di sette mercanti, come lui pensava, ma di 15 uomini: 13 di San Giovanni Rotondo, 1 di Carpino e 1 di Cagnano Varano. Furono tutti sorpresi da una violenta tormenta di neve mentre tornavano a casa con i loro muli e cavalli carichi di merci. A pochi chilometri da San Giovanni Rotondo, persero la vita, vinti dal gelo e dalla furia della natura. Era tutto vero!
La tragedia avvenne nel dicembre del 1846, lungo un’antica mulattiera che attraversava Monte Calvo, conosciuta come il Sentiero dei Vaticali. Questo percorso, che collegava San Giovanni Rotondo a Cagnano e alle lagune di Lesina, era essenziale per il commercio locale e per garantire la sopravvivenza delle comunita'.
Questa mulattiera, oggi riconosciuta per il suo valore storico, è stata ufficialmente riaperta il 27 ottobre 2024, in località Coppa di Pesce. Dedicata alla memoria dei mercanti che affrontarono condizioni estreme per preservare le tradizioni natalizie del Gargano, racconta una storia di sacrificio e resilienza che continua a vivere nelle radici di questa terra.
Memoria e tradizioni del Gargano
Il Gargano, con le sue montagne e i suoi paesi legati al mare, ha sempre custodito tradizioni antichissime che si intrecciano con il ritmo delle stagioni. Durante il periodo natalizio, la tavola si riempiva di pesci freschi, in particolare anguille e capitoni, simboli di abbondanza e festa. Il legame tra le lagune di Lesina e Varano e l’entroterra era fortissimo.
Questa è una storia che parla di memoria e tradizioni. La vicenda dei vaticali ci ricorda un passato fatto di legami forti con la terra e le sue usanze.
Oggi il Sentiero dei Vaticali, recuperato e valorizzato, ci invita a ricordare le antiche strade percorse per portare avanti le tradizioni natalizie del Gargano. Anche se con il tempo molte cose sono cambiate, queste tradizioni vivono ancora nei piccoli gesti e nei sapori autentici che rendono speciale il Natale, mantenendo vivo il legame con la nostra terra.
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