

🍞 Il Pane di Monte Sant’Angelo è un'eccellenza della tradizione pugliese. Un prodotto unico, dalla crosta croccante e dalla mollica soffice, che racconta secoli di storia. Il Pane di Monte Sant’Angelo è un’eccellenza della tradizione pugliese, riconosciuto per la sua crosta croccante e la mollica soffice.
Prodotto tipico del Gargano, si distingue per le sue grandi pezzature, fino a 12 kg, e per la cottura in forno a legna, che ne esalta il sapore autentico. Questo pane antico, simbolo della panificazione pugliese, ha origini secolari ed è ancora oggi preparato con lievito naturale e metodi tradizionali.
🍞 Il Pane di Monte Sant’Angelo è un’eccellenza della tradizione pugliese, riconosciuto per la sua crosta croccante e la mollica soffice. Perfetto per essere gustato anche da solo, con una fetta di pane e pomodoro o con un filo di olio, è protagonista di molte ricette tradizionali pugliesi.
Utilizzato per panzanella, zuppe di pesce, minestre di legumi e piatti ripieni, si presta anche a una colazione rustica, inzuppato nel latte come si faceva un tempo. Il suo sapore inconfondibile regala emozioni a ogni morso, evocando il calore della cucina contadina. Questo pane antico, cotto in forno a legna e preparato con lievito naturale, è un simbolo della panificazione del Gargano e della Puglia
Un piatto tipico delle festività natalizie in Puglia
Il pane pugliese è molto più di un semplice alimento: è tradizione, famiglia e amore. Con i primi freddi preparare il pane diventa un rito speciale. Oggi voglio condividere con voi una ricetta che unisce la semplicità della tradizione alla creatività delle decorazioni natalizie. Realizzeremo delle forme di pane , usando una mascherina per imprimere l’immagine di un albero di Natale sulla superficie, spolverando la farina per creare un effetto visivo magico. È un'idea perfetta per sorprendere a tavola o come regalo fatto in casa, ricco di significato.
Da tanti anni, in un angolo della mia cucina, vive il mio lievito madre. L’ho sempre chiamato il "bambinello da accudire". Un nome affettuoso, perché, in fondo, prendersi cura di lui è proprio come accudire un bambino: bisogna rinfrescarlo, nutrirlo, proteggerlo.
Fino a 80 anni fa, nel Gargano, dai racconti di mia madre, in ogni casa si custodiva il lievito, "lu crscand", perchè tutti facevano il pane in casa e lo si andava a cuocere nei forni a legna del paese. I forni erano numerosi e fondamentali per la vita quotidiana.
Da tanti anni, in un angolo della mia cucina, vive il mio lievito madre. L’ho sempre chiamato il "bambinello da accudire". Un nome affettuoso, perché, in fondo, prendersi cura di lui è proprio come accudire un bambino: bisogna rinfrescarlo, nutrirlo, proteggerlo.
Fino a 80 anni fa, nel Gargano, dai racconti di mia madre, in ogni casa si custodiva il lievito, "lu crscand", perchè tutti facevano il pane in casa e lo si andava a cuocere nei forni a legna del paese. I forni erano numerosi e fondamentali per la vita quotidiana.
Lampascione: un simbolo della cucina tradizionale pugliese_
Il lampascione, scientificamente noto come Muscari comosum, è un bulbo dal colore violaceo dalla forma simile a una piccola cipolla, che cresce spontaneamente, soprattutto nei terreni incolti, a una profondità di circa 15-20 cm. È facile riconoscerlo grazie al suo fiore violaceo, che spunta in superficie, mentre il bulbo viene raccolto tradizionalmente tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno.
Si distingue per il suo gusto unico, amarognolo e aromatico, che lo rende ideale per una vasta gamma di preparazioni. Da secoli, il lampascione è protagonista di piatti semplici e genuini, dagli aperitivi e frittelle a ricette più sfiziose e creative. Presente sia nei pasti quotidiani che nelle occasioni speciali, questo bulbo racchiude in sé tutto il sapore della tradizione e il legame con la terra.
Le radici antiche del lampascione: tra storia e cultura
Le origini del lampascione risalgono a millenni fa, quando Egizi, Greci e Romani ne apprezzavano le qualità culinarie e terapeutiche. Nel I secolo d.C., Plinio il Vecchio ne descriveva gli usi nella medicina e nella cucina, mentre durante il Medioevo il bulbo continuò a essere coltivato per il suo valore alimentare e medicinale. La sua diffusione è legata alla tradizione contadina pugliese, dove rappresentava un alimento prezioso e un simbolo di legame con la terra.
Un alleato naturale per la salute: proprietà e controindicazioni
Il lampascione è noto per le sue proprietà antinfiammatorie, depurative e diuretiche, grazie ai composti solforati che favoriscono la purificazione dell’organismo. Ricco di fibre e con sole 37 calorie per 100 grammi, è ideale per chi cerca alimenti nutrienti ma leggeri. Tuttavia, il consumo del lampascione richiede moderazione: può causare flatulenza a causa dei suoi oli essenziali e delle sostanze solforate.
Le Madonne del lampascione: tra devozione e tradizione popolare
In Puglia, il lampascione non rappresenta soltanto un elemento della cucina tradizionale, ma è anche legato a momenti di profonda fede e cultura locale. Ad Acaya, una piccola frazione di Vernole (LE), ogni primo venerdì di marzo si celebra la sagra dedicata al pampasciulu. Durante questa ricorrenza, la comunità onora la Madonna Addolorata, affettuosamente chiamata “Madonna dei pampasciuni” per il suo legame con la tradizione culinaria.
A questo legame si aggiunge anche l’esistenza di una confraternita, la Confraterntia del Pampascione, che contribuisce a mantenere viva la tradizione e il simbolismo legati al lampascione. Questa celebrazione riflette l’importanza del lampascione non solo come cibo, ma come parte integrante dell’identità culturale pugliese.
Lampascione in cucina: un sapore versatile e unico
Il lampascione si presta a innumerevoli ricette . tra le più comuni in Puglia:
- Lampascioni lessi: semplici e leggeri, conditi con olio, sale, pepe e limone, ideali per assaporare il gusto autentico del bulbo
- Frittelle di lampascioni: morbide e croccanti, perfette come antipasto o snack.
- Frittata di lampascioni: un piatto semplice e gustoso, che combina il sapore deciso del bulbo con la delicatezza delle uova.
- Lampascione sotto la cenere: una preparazione antichissima, che cuoce i bulbi lentamente sotto la brace, sprigionando un aroma unico e avvolgente.
- Lampascione sott’olio: conservati con olio extravergine d’oliva, sono ideali per arricchire antipasti o accompagnare formaggi e salumi.
- Agnello o coniglio con lampascioni: piatti celebri in cui il bulbo si sposa alla perfezione con la carne, creando un equilibrio unico di sapori.
- Lampascioni al sugo: una preparazione saporita, in cui i bulbi vengono cotti lentamente in un sugo ricco e aromatico.
- Lampasci.oni in insalata: perfetti come piatto fresco, combinati con altre verdure e condimenti leggeri.
I lampascioni possono essere cotti in diversi modi, tra cui lessati, al forno, alla brace o persino nella friggitrice ad aria, offrendo un’ampia gamma di possibilità per esaltarne il sapori.
Queste ricette raccontano la versatilità del lampascione e il suo ruolo fondamentale nella tradizione culinaria pugliese.
Un prodotto dai mille nomi: il lampascione
È noto anche come lambascione o cipollaccio, e a seconda delle zone può essere chiamato in tanti modi diversi, tra cui: Botrianto dal fiocco, giacinto col pennacchio, giacinto col fiocco, lampagione, , moscarino, porrettaccio, bambasciùle, lampasciune, l, pampascione, vampascione, cipolluzze, rampasciuoli, vampasciuli, lambagioni, vambagioni.
Questo straordinario bulbo non è solo un ingrediente della tradizione culinaria, ma anche un simbolo identitario della Puglia, riconosciuto ufficialmente nel 2019 con l'inserimento nell'elenco nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT). La sua area di origine comprende l'intera regione, a testimonianza del legame profondo tra il lampascione e la cultura pugliese.
Il lampascione è l’essenza pura della Puglia, un simbolo autentico della sua tradizione culinaria e culturale. Le vecchie generazioni, con ingegno e passione, hanno imparato a valorizzarlo, trasformandolo da semplice prodotto della terra a protagonista di ricette ricche di sapore e significato. Portarlo in tavola oggi significa continuare a tramandare questa eredità, celebrando i sapori genuini e il legame con le radici più profonde della regione. Versatile e ricco di storia, il lampascione unisce passato e presente, portando con sé il calore della cucina di famiglia e l’autenticità della Puglia. Un piccolo bulbo che racconta grandi storie di tradizione e creatività.
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Lampascioni sott’olio: una classica ricetta pugliese_
Da bambina, i lampascioni erano per me un piccolo mistero. Vedevo mia madre con pazienza infinita pulirli e prepararli, e non capivo come quei bulbi così amari potessero trasformarsi in una bontà così speciale. “È la magia della cucina,” mi diceva, mentre li metteva sott’olio . Questi bulbi sono perfetti per accompagnare formaggi, arricchire un’insalata o semplicemente da gustare con una fetta di pane casereccio. Un piccolo tesoro pugliese che non smette mai di sorprendermi. Vi passo la ricetta.
La cucina pugliese è un tesoro di sapori autentici, dove il mare e la terra si incontrano in piatti semplici ma ricchi di gusto. Tra le ricette più amate c'è quella dei calamari ripieni al sugo, un secondo piatto che unisce la freschezza del pesce con gli aromi inconfondibili degli ingredienti tipici della regione.
La cucina pugliese non smette mai di stupire con i suoi sapori unici e i vini che ne esaltano l’essenza, e tra questi spicca il Susumaniello, un vitigno autoctono dal passato travagliato e dal futuro luminoso. Questo vino rappresenta il simbolo di una rinascita enologica che valorizza le radici della Puglia. Nato tra le campagne assolate del Salento, il Susumaniello ha una storia che intreccia tradizione e innovazione. Un tempo considerato un vitigno secondario, oggi torna protagonista, grazie alla sua versatilità e al carattere autentico. Ma cosa rende speciale questo vino? Quali profumi e sapori racchiude in sé? E quali piatti lo esaltano al meglio? In questo viaggio scopriremo tutto sul Susumaniello, per brindare insieme alla cultura e al gusto della nostra terra.
La Puglia, terra di sapori autentici e tradizioni senza tempo, sta riscrivendo la storia di uno dei dolci natalizi più iconici: il panettone. Sebbene legato alle origini milanesi, il panettone pugliese si è guadagnato un posto d'onore nel panorama dolciario nazionale, grazie alla creatività dei maestri pasticceri locali e all'uso di ingredienti genuini del territorio. Negli ultimi anni, diverse eccellenze regionali hanno ricevuto premi prestigiosi, portando la Puglia sotto i riflettori anche durante le festività natalizie. Con una sorprendente magia, i maestri pasticceri hanno saputo portare i dolci natalizi oltre la frontiera del gusto, varcando sapori inusuali e sapori lontani, ma molto vicini alle radici pugliesi. Dalla tradizione alla creatività: i panettoni pugliesi conquistano i palati con i sapori autentici e innovazioni che esaltano la terra.
Tra sapori antichi e racconti di famiglia, scopri il segreto di un piatto che riscalda il cuore delle feste.
Le pettole tarantine sono un simbolo della cucina tradizionale pugliese, preparate durante il periodo natalizio in tutta la regione. In particolare, a Taranto, è tradizione prepararle nel giorno di Santa Cecilia, il 22 novembre, dando avvio alle festività. Questi soffici bocconcini fritti, chiamati anche "pittule" in altre zone, rappresentano un’autentica celebrazione della semplicità. L’impasto, fatto di pochi ingredienti come farina, acqua e lievito, ha una consistenza pastosa e viene fritto per ottenere un prodotto dorato e irresistibile.
Si narra che una donna, nel giorno della Santa, preparò l'impasto per il pane ma, distratta dalla musica degli zampognari, lo lasciò lievitare troppo a lungo. Tornata a casa, decise di friggere delle piccole porzioni di quella pasta ormai inutilizzabile per il pane, dando così origine alle pettole. Un dolce errore che oggi si tramanda come una tradizione ricca di sapore.