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Favole del Gargano – San Giovanni Rotondo –Lucera - Foggia – Tradizioni Pugliesi – Racconti popolari - Favole dei Borghi pugliesi.
Nel cuore della tradizione popolare pugliese si nascondono storie semplici e ironiche, raccontate nelle sere d’inverno attorno al fuoco. Questa è una di quelle favole che non si leggono sui libri, ma si tramandano di voce in voce, con il calore e l'affetto di chi le ha ascoltate da bambino. Cumnare Iattaradd ( Commara Gatta) è la protagonista di un racconto che unisce astuzia, ingenuità e un pizzico di ironia, proprio come molte delle storie della nostra terra.
Scopri i proverbi religiosi della tradizione pugliese, tramandati da generazioni tra fede, saggezza popolare e vita quotidiana. Dal Gargano ai piccoli borghi, ecco i detti più significativi legati al bene e la male ai Santi e alle Madonne.
Il baccalà al forno con patate è una ricetta semplice e tradizionale, perfetta per portare in tavola il sapore autentico della cucina pugliese. Questo piatto unisce pochi ingredienti genuini come baccalà, patate, pomodorini e olive, trasformandoli in un secondo gustoso e ricco di profumi mediterranei.
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Scopri come preparare un baccalà alla pugliese dal sapore autentico, con olive, capperi e pomodorini. Un piatto semplice ma ricco di gusto, perfetto per ogni occasione, che unisce i sapori mediterranei in un’unica pietanza irresistibile.
La lasagna con polpettine è un piatto tradizionale della cucina italiana, perfetto per le feste. Ricca e sostanziosa, conquista tutti con i suoi sapori autentici e il profumo di casa.
Un Piatto Sostanzioso e Gustoso per le Feste
La lasagna con polpettine è il piatto delle feste che profuma di casa e di famiglia. Questo primo piatto è preparato con polpettine piccole che aggiungono sapore e rendono ogni strato ancora più gustoso, con l'aggiunta della besciamella. È un piatto perfetto per essere condiviso con i propri cari durante le festività o nei momenti speciali. Prepararla significa riscoprire il piacere della cucina casalinga, dove ogni gesto è fatto con cura e attenzione. La croccantezza delle polpettine si sposa alla perfezione con la morbidezza delle lasagne e il sapore avvolgente del sugo. Un piatto ricco, che soddisfa e lascia il desiderio di un altro assaggio.
Si può preparare anche senza besciamella, ma io preferisco aggiungerne una piccola dose per un gusto più delicato e dolce. Ho preparato una quantità minima di besciamella per esaltare il sapore senza coprirlo. Personalmente trovo che la besciamella dona morbidezza e un tocco cremoso che rende la lasagna ancora più irresistibile.
È un primo piatto sostanzioso che adorano tutti, grandi e piccini.
Categoria: Primi piatti italiani
Difficoltà: ★★★☆☆
Tempo di preparazione: 1 ora
Tempo di cottura: 50 minuti
Tempo totale: 1 ora e 50 minuti
Porzioni: 6-8 persone
Ingredienti:
Per le Polpettine:
Carne macinata: 600 g
Pecorino dolce o grana padano (grattugiato): 40 g
Prezzemolo: q.b.
Sale e pepe: q.b.
Aglio: ½ spicchio
Pane raffermo: 150-200 g (ammollato e strizzato)
Uova: 2
Olio per friggere: q.b.
Per il Sugo:
Passata di pomodoro: 1 litro
Sedano (tritato): 1 gambo
Carota (tritata): 1 piccola
Olio extravergine d’oliva: 3 cucchiai
Per la Besciamella:
Latte: 500 ml
Burro: 40 g
Farina: 40 g
Sale e noce moscata: q.b.
Per le Lasagne:
Lasagne all’uovo: 500 g
Mozzarella: 350 g (tagliata a cubetti e ben sgocciolata)
Pecorino dolce o grana padano: q.b.
Procedimento:
1. Preparazione delle Polpettine:
In una ciotola capiente, mescolate la carne macinata con il pecorino dolce o grana padano, il prezzemolo tritato, l’aglio, il pane raffermo ammollato e strizzato, e le uova.
Aggiustate di sale e pepe, quindi amalgamate fino a ottenere un composto omogeneo.
Formate delle polpettine piccolissime, grandi quanto una nocciola.
Friggetele in olio caldo fino a doratura uniforme. Scolatele su carta assorbente e mettetele da parte.
2. Preparazione del Sugo:
In una casseruola, scaldate l’olio con il sedano e la carota tritati.
Aggiungete la passata di pomodoro, un pizzico di sale e pepe.
Lasciate cuocere a fuoco basso per 30 minuti, mescolando di tanto in tanto.
3. Preparazione della Besciamella:
In un pentolino, sciogliere il burro a fuoco basso e aggiungere la farina, mescolando fino a ottenere un composto dorato. Versare il latte caldo poco alla volta, mescolando continuamente con una frusta per evitare grumi. Cuocere fino a ottenere una crema liscia e densa. Regolare di sale e aggiungere una grattugiata di noce moscata.
4. Assemblaggio delle Lasagne:
In una teglia, stendete uno strato sottile di sugo sul fondo e un po' di besciamella.
Disponete uno strato di lasagne, aggiungete le polpettine, il sugo, cubetti di mozzarella e una spolverata di pecorino dolce o grana padano.
Ripetete gli strati fino a esaurire gli ingredienti, terminando con sugo e formaggio grattugiato in superficie.
5. Cottura:
Cuocete in forno preriscaldato a 180°C per 25 minuti, fino a doratura.
Lasciate riposare per 10 minuti prima di servire.
Consiglio:
Il sugo e le polpettine possono essere preparati il giorno prima per risparmiare tempo. In caso di necessità, potete preparare anche la lasagna in anticipo: conservatela in frigorifero, coperta con pellicola trasparente. Quando pronta per essere cotta, mettetela direttamente in forno.
Le lasagne con polpettine sono uno di quei piatti che non deludono mai. Facili da preparare con ingredienti semplici, portano in tavola tutto il sapore della tradizione italiana. Perfette per pranzi in famiglia o per le feste, fanno sempre colpo con la loro bontà e ricchezza.
Preparate questa lasagna e farete un figurone con parenti e amici!
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L’insalata di puntarelle è un contorno fresco e croccante, perfetto per pranzi e cene importanti. Ideale da servire durante le festività come Natale e Pasqua.
Un Contorno Fresco e Croccante
L’insalata di puntarelle si prepara con cicoria catalogna, una verdura tipica molto diffusa in Puglia, apprezzata per la sua croccantezza. È un piatto semplice, arricchito dal sapore deciso delle acciughe, perfetto come contorno leggero o come antipasto sfizioso. Questa è una ricetta che apprezzo particolarmente e che preparo con frequenza per il suo sapore unico la sua semplicità.
Categoria: Contorni / Antipasti
Difficoltà: ★★☆☆☆
Tempo di preparazione: 20 minuti
Tempo totale: 1 ora
Ingredienti:
- Puntarelle (cicoria catalogna): 1 cespo (circa 1,5 kg)
- Filetti di acciughe sott’olio: 5
- Olio extravergine d’oliva q.b. 40 g.
- Aceto di vino bianco 10 g.
- Aglio: ½ spicchio
- Sale e pepe: q.b.
Procedimento:
1. Preparazione delle Puntarelle:
Eliminate le foglie esterne più dure della cicoria catalogna.
Separate le puntarelle dal cespo e lavatele accuratamente sotto l’acqua corrente.
Tagliatele a striscioline sottili e immergetele in una ciotola con acqua fredda e ghiaccio.
Lasciatele in ammollo per 1 ora, cambiando l’acqua almeno una volta. Questo passaggio aiuta a far arricciare le puntarelle, rendendole ancora più croccanti.
2. Preparazione del Condimento:
In un mortaio, schiacciate mezzo spicchio d’aglio insieme ai filetti di acciughe fino a ottenere una crema liscia.
Aggiungete l’aceto e mescolate energicamente.
Versate l’olio extravergine d’oliva a filo, continuando a mescolare, fino a ottenere una salsa omogenea.
3.Aggiustate di sale e pepe secondo il gusto personale.
Scolate bene le puntarelle e asciugatele delicatamente con un canovaccio.
Disponetele in una ciotola capiente e conditele con la salsa preparata, mescolando delicatamente per distribuire il condimento in modo uniforme.
Lasciatele insaporire per 10-15 minuti prima di servire.
4. Come Servirla:
L’insalata di puntarelle è perfetta come contorno leggero per piatti di carne e pesce, ma può essere servita anche come antipasto fresco e croccante durante i pranzi delle festività. È un piatto versatile che si sposa bene con secondi importanti o come accompagnamento per formaggi e affettati.
Consiglio:
Per ottenere un’insalata ancora più croccante, lasciate le puntarelle immerse in acqua fredda con ghiaccio per più di un’ora. Se volete anticipare la preparazione, potete conservare le puntarelle già tagliate e immerse in acqua in frigorifero, con una ciotola coperta, fino a 6 ore prima di condirle. Questo garantirà un risultato perfetto e puntarelle freschissime.
Variante:
La cicoria catalogna è deliziosa anche in pinzimonio, condita con olio extravergine d'oliva, aceto, sale e pepe. Il suo gusto amarognolo si esalta con la freschezza dell’aceto, creando un antipasto semplice e croccante, perfetto per accompagnare secondi piatti o come contorno leggero.
In conclusione l’insalata di puntarelle è un contorno semplice ma elegante, ideale per accompagnare i pasti delle grandi occasioni. Croccante, saporita e leggera, esalta il gusto autentico delle acciughe e dona freschezza ai piatti.
Tag:
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Il ragù di braciole di cavallo è uno dei piatti simbolo della Puglia, diffuso in tutta la regione ma particolarmente radicato nella tradizione barese. Preparato con carne di cavallo, questo sugo ricco e saporito accompagna le domeniche in famiglia e i giorni di festa. Le fettine di carne vengono farcite con aglio, prezzemolo e pecorino, arrotolate e sigillate con stuzzicadenti, per essere cotte lentamente nella passata di pomodoro, sprigionando un profumo che invade ogni angolo della casa.
Ad arricchire il piatto ci sono i troccoli, una pasta fresca dalla sezione quadrata, ottenuta con uno strumento tipico pugliese chiamato "chitarra" o con il "troccolo", un attrezzo tradizionale specifico per la preparazione di questa pasta.
Ecco la preparazione passo passo
Ingredienti per le Braciole:
- 8 fettine di carne di cavallo
- Pecorino grattugiato
- Prezzemolo fresco tritato
- Aglio tritato
- Sale e pepe q.b.
- Stuzzicadenti
Come fare le Braciole:
1. Stendete le fettine di carne e farcitele con pecorino, prezzemolo, aglio, sale e pepe.
2. Arrotolate ciascuna fettina e fissatela con stuzzicadenti per formare gli involtini.
3. Rosolate le braciole in olio extravergine d’oliva, sfumatele con vino rosso e aggiungetele al ragù.
Ingredienti per il ragu':
- Braciole preparate
- 2 litri di passata di pomodoro
- mezzo bicchiere di vino rosso
- 1 cipolla tritata
- olio extravergine di oliva
- Sale q.b.
Procedimento:
1. Soffriggete la cipolla in olio fino a doratura.
2. Aggiungete le braciole e fatele insaporire. Versate il fino e fate sfumare senza coperchio.
3. Versate la passata di pomodoro, aggiustate di sale e lasciate cuocere a fuoco lento per almeno 3 ore.
Per i Troccoli:
Ingredienti:
- 350 g di semola rimacinata di grano duro
- 1 uovo
- un cucchiaio scarso di olio extravergine di oliva
- acqua tiepida q.b. (all'incirca 200 ml)
Procedimento:
1. Disponete la farina a fontana, aggiungete poco alla volta gli ingredienti e impastate la fino ad ottenere un composto liscio. Formatela un palla, copritela con un canovaccio e fatela riposare per almeno un'ora.
2. Stendete la sfoglia dello spessore di 3- 4 millimetri e usate il troccolaturo per tagliarla in strisce spesse e formare i troccoli. Potete usare anche la chitararra in quel caso dovete adagiare le sfoglie sull'altrezzo e con un mattarello spingere la pasta contro le corde in modo che la pasta venga tagliata dall'attrezzo formando i troccoli.
3. Servite i troccoli al centro di un piatto, aggiungendo una generosa porzione di ragù e una braciola come protagonista. Completate con una spolverata di pecorino e una foglia di basilico fresco.
La domenica in Puglia: un rito di famiglia
In Puglia, la domenica non è semplicemente un giorno della settimana. È un momento speciale, scandito dal profumo del ragù che cuoce lento sul fuoco e dalla tradizione della pasta fresca fatta in casa. Nella mia famiglia, la domenica significava trovarsi insieme, chiacchierare mentre le mani esperte di mia madre preparavano i troccoli e aspettare con impazienza che la salsa fosse pronta.
La preparazione del ragù di braciole inizia di buon mattino, seguendo un rituale che richiede tempo e pazienza.Il segreto di un buon ragù pugliese sta tutto nella lentezza: il sugo deve sobbollire per almeno tre ore, amalgamando i sapori e rendendo la carne tenera e succulenta. Durante la cottura, la casa si riempie di un profumo avvolgente, preludio di un pranzo indimenticabile.
Ogni volta che preparo il ragù di braciole, sento di mantenere vivo quel legame con il passato. Basta quel profumo inconfondibile per riportarmi indietro, a quelle domeniche lente e piene di amore, dove tutto si fermava per il piacere di stare insieme attorno alla tavola.
Troccoli: una pasta da scoprire
Troccoli, conosciuti in dialetto con il nome "lintroccioli" sono una pasta fresca tipica della Puglia, simile a spaghetti spessi, ma con una sezione quadrata che li rende perfetti per trattenere il sugo. Prendono il nome dal "troccolaturo", uno strumento tradizionale, un attrezzo tradizionale specifico per la preparazione di questa pasta. Possono però essere preaparati anche anche con un altro attrezzo di legno con corde di acciaio "la chitarra".
Preparati con semola di grano duro e acqua, i troccoli sono un’eccellenza artigianale che celebra la semplicità e la genuinità della cucina pugliese.
La loro consistenza ruvida cattura il sugo, creando un’armonia perfetta tra sapori e tradizioni. Il ragù, che richiede almeno tre ore di cottura lenta, è un rito che si tramanda di generazione in generazione, regalando momenti di convivialità e ricordi indelebili.
Preparati con semola di grano duro e acqua, i troccoli sono un’eccellenza artigianale che celebra la semplicità e la genuinità della cucina pugliese.
La loro consistenza ruvida cattura il sugo, creando un’armonia perfetta tra sapori e tradizioni. Il ragù, che richiede almeno tre ore di cottura lenta, è un rito che si tramanda di generazione in generazione, regalando momenti di convivialità e ricordi indelebili.
In conclusione questo piatto, semplice nella sua essenza, racchiude tutta l’anima della cucina pugliese. È perfetto per le domeniche in famiglia, ma anche per celebrare i giorni di festa, portando a tavola non solo sapori, ma anche storia e tradizione.

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SE DICI PUGLIA, DICI " NERO DI TROIA".
Il Nero di Troia è un vino rosso autoctono della Puglia, prodotto principalmente nel nord della regione, in aree con una lunga tradizione vitivinicola. Questo vitigno, tra i più antichi della Puglia, prende il nome dalla città di Troia, situata nella provincia di Foggia, da cui si è diffuso in altre zone del territorio pugliese.
Coltivato nei terreni calcarei e argillosi del Tavoliere e delle colline circostanti, il Nero di Troia è un simbolo della tradizione vinicola della regione. Per anni, il Nero di Troia è stato considerato un vitigno minore, utilizzato principalmente per migliorare la struttura di altri vini grazie al suo alto contenuto di tannini. La sua valorizzazione è avvenuta negli ultimi decenni grazie all’impegno di piccoli e grandi produttori che hanno saputo esaltare le potenzialità di questo vitigno.
Il riconoscimento della DOCG Castel del Monte Nero di Troia Riserva nel 2011 ha segnato un momento fondamentale per la qualità e la visibilità di questo vino, affermandolo come una delle eccellenze dell’enologia pugliese.
Dove si produce il Nero di Troia
Il Nero di Troia è coltivato in partivolare nel nord del nord della Puglia, principalmente nelle province di Foggia, Barletta-Andria-Trani e Bari. Le aree di maggior produzione includono la città di Troia, Castel del Monte, Canosa di Puglia e Ruvo di Puglia. Il clima caldo e ventilato, combinato con la vicinanza al mare, contribuisce a creare uve di qualità superiore, conferendo al vino complessità e freschezza.
Caratteristiche distintive del Nero di Troia
Questo vino si distingue per:
Colore: Rosso rubino intenso con riflessi granato.
Aroma: Profumi di amarene, prugne, violetta e spezie dolci.
Sapore: Strutturato ed elegante, con tannini vellutati e una buona acidità che lo rendono versatile.
Abbinamenti in cucina: il Nero di Troia a tavola
Il Nero di Troia è un vino che esalta i sapori della cucina pugliese. Si abbina perfettamente ai torcinelli, gustosi involtini di interiora di agnello cotti alla brace, e alla muscisca, carne essiccata tipica del Gargano.
Per gli amanti della carne alla brace, le bombette pugliesi e la tagliata di manzo sono perfette da accompagnare con questo vino. Anche i formaggi stagionati, come il caciocavallo podolico e il pecorino, trovano nel Nero di Troia un alleato ideale. Tra i primi piatti, spiccano le orecchiette al ragù, i cavatelli con sugo di cinghiale e la pasta al forno, che si sposano magnificamente con la sua struttura.
Le cantine più rinomate nella produzione di Nero di Troia
- Torrevento (Corato): Riconosciuta per il suo "Ottagono", primo Nero di Troia a ricevere la DOCG Castel del Monte Riserva nel 2014, simbolo di eccellenza nella vinificazione.
- Rivera (Andria): Famosa per il "Puer Apuliae", un Nero di Troia apprezzato per la sua struttura e complessità, premiato in diverse guide enologiche.
- Cantine Paradiso (Cerignola): Nota per l'"Angelo Primo", un Nero di Troia che esprime al meglio la ricchezza del territorio.
- Cantina di Ruvo di Puglia (Crifo): Punto di riferimento per la valorizzazione del Nero di Troia, con numerose etichette di alta qualità.
- Cantine Spelonga (Stornara): Celebre per il "Tyron", premiato in concorsi internazionali, rappresenta un’interessante espressione moderna del vitigno.
-Antica Enotria (Cerignola): Produce il "Contessa Staffa", un vino elegante e apprezzato dagli esperti.
Queste cantine incarnano la tradizione e l’innovazione, portando il Nero di Troia ai vertici del panorama vinicolo italiano.
Il Nero di Troia non è solo un vino, ma un emblema dell’enogastronomia pugliese. Ogni calice racchiude il sapore e la storia di un territorio unico, celebrando tradizione e passione. Perfetto per accompagnare i piatti tipici o per occasioni speciali, il Nero di Troia offre un’esperienza sensoriale che rende omaggio alla ricchezza della Puglia.
E PER LE VACANZE DI NATALE, UNA BOTTIGLIA DI NERO DI TROIA, CI STA!
Buon viaggio e buon gusto nei vini della Puglia!
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SE DICI PUGLIA, DICI "NEGROAMARO".
Il Negroamaro è uno dei simboli più autentici della Puglia, un vino rosso intenso e corposo che racconta la storia e la passione di una terra unica. Prodotto principalmente nel Salento, tra Lecce, Brindisi e Taranto, questo vitigno autoctono è conosciuto per le sue uve dalla buccia scura e spessa, capaci di creare vini che si distinguono per il carattere deciso. È un vino radicato nella tradizione pugliese e apprezzato sia in Italia che all’estero per la sua qualità. La sua versatilità lo rende ideale per accompagnare numerosi piatti, dai primi ai secondi della cucina tradizionale. Con il suo gusto intenso e le sue note caratteristiche, rappresenta l’essenza del Salento.
Perché si chiama Negroamaro?
Il nome "Negroamaro" riflette l’essenza di questo vino. Deriva dall’unione di due parole, "niger" in latino e "mavros" in greco, entrambe significano "nero". Questo doppio richiamo culturale omaggia il colore intenso e scuro delle uve, mentre alcuni ritengono che il nome si riferisca anche al retrogusto lievemente amarognolo, caratteristico di questo vino e che lo rende unico nel suo genere.
Un Viaggio nell’Origine del Negroamaro
Le origini del Negroamaro risalgono all’antichità, quando i Greci introdussero questo vitigno nel Salento tra l’VIII e il VII secolo a.C. Da allora, è diventato parte integrante della tradizione vinicola pugliese. Il Negroamaro prospera in climi caldi e asciutti, con suoli ricchi di minerali che favoriscono la produzione di vini complessi e di alta qualità.
In passato, il Negroamaro veniva utilizzato come vino da taglio per rafforzare i vini più leggeri del Nord Italia. La sua alta concentrazione di zuccheri, il colore intenso e la struttura robusta lo rendevano ideale per aumentare corpo e struttura. Questa pratica è stata abbandonata decenni fa, quando i produttori hanno iniziato a vinificarlo in purezza, esaltando così le sue caratteristiche uniche e affermandolo come una delle eccellenze DOC della Puglia.
Le Terre d’Eccellenza
Le zone DOC dove il Negroamaro eccelle comprendono le province di Lecce, Brindisi e Taranto. Lungo la costa ionica, tra Porto Cesareo, Gallipoli e Ugento, i terreni sabbiosi e calcarei, accarezzati dalle brezze marine, creano vini freschi e ben bilanciati.
Nell’entroterra, tra i comuni di Matino, Copertino e Galatina, i terreni rossi e ricchi di ferro danno vita a vini robusti e strutturati, che rappresentano al meglio la tradizione enologica del Salento. Queste zone danno al Negroamaro diverse caratteristiche che rispecchiano le particolarità del luogo in cui viene prodotto.
Il Gusto del Negroamaro
Gusto deciso, corposo, retrogusto amarognolo. Al naso sprigiona profumi di frutti rossi maturi, come ciliegie e prugne, accompagnati da sentori di spezie e liquirizia. Questo equilibrio tra dolcezza naturale e struttura robusta, unito alla sua gradazione alcolica più alta rispetto ad altri vini pugliesi, lo rende perfetto per chi cerca un vino intenso e armonioso. Servitelo a una temperatura tra i 16 e i 18°C per apprezzare al meglio i suoi profumi fruttati e speziati.
Gli Abbinamenti Perfetti
Il Negroamaro è il compagno ideale per i piatti della tradizione pugliese. Si abbina perfettamente con antipasti di salumi e formaggi stagionati, come il caciocavallo podolico, e con primi piatti ricchi, come le orecchiette al ragù di carne o le fave e cicorie. Per i secondi, il capocollo di Martina Franca o l’agnello alla brace sono ideali per esaltare le note amarognole e vellutate del vino, creando un’esperienza gastronomica unica.
E per le feste, che sia Pasqua o Natale, una bottiglia di Negroamaro è la scelta perfetta per arricchire la tavola e celebrare i momenti speciali. Il calore, i profumi e i sapori di questo vino vi accompagneranno in un viaggio indimenticabile nei vigneti e nella tradizione del Salento.
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Una ricetta tradizionale sempre attuale
Questo piatto, consumato soprattutto nel periodo natalizio, è il perfetto equilibrio tra tradizione e conforto. Dopo le abbondanti portate natalizie, la minestra verde si presenta come una scelta più leggera, ma altrettanto gustosa, che permette di ricaricarsi senza appesantirsi troppo. La sua preparazione si tramanda di generazione in generazione e continua a portare in tavola il calore delle famiglie pugliesi, adattandosi nel tempo senza mai perdere il suo carattere distintivo.
Cosa significa "minestra"?
Il termine "minestra" deriva dal latino ministrare, che significa servire. Originariamente, indicava il cibo che veniva distribuito ai commensali, simbolo di condivisione e unità familiare. Nel contesto pugliese, la minestra verde ha assunto un ruolo centrale durante le festività, rappresentando un ponte tra la tradizione e la modernità culinaria.
La minestra verde: tradizione e semplicità
La minestra verde è un piatto, preparato con verdure spontanee di stagione e verdure dell'orto come cavolo, cicoria, bietole e cardi. Questi ingredienti freschi venivano raccolti direttamente dai campi e combinati con frattaglie di maiale, che conferivano un sapore intenso e avvolgente al brodo. Anche la carne di tacchino, spesso utilizzata in questo piatto, aggiungeva un tocco di sapore delicato, creando un equilibrio perfetto con le verdure.Oggi, la minestra verde continua a essere preparata con lo stesso spirito tradizionale, ma con una maggiore versatilità. Le famiglie moderne scelgono di arricchirla con diverse carni a piacere, come maiale, tacchino, pollo o anche manzo, a seconda delle preferenze. Questo piatto, che unisce semplicità e bontà, resta una scelta ideale per scaldare il corpo durante le fredde giornate invernali.Inoltre, era tradizione servire la minestra come primo piatto, per assaporare appieno il gusto delle verdure. Veniva accompagnata con pane raffermo bagnato nel brodo caldo o con pane tostato, che aggiungevano una nota saporita. Alcune famiglie, invece, preferivano arricchirla con pasta fresca fatta in casa, rendendo così la ricetta ancora più sostanziosa.
La minestra verde è un piatto, preparato con verdure spontanee di stagione e verdure dell'orto come cavolo, cicoria, bietole e cardi. Questi ingredienti freschi venivano raccolti direttamente dai campi e combinati con frattaglie di maiale, che conferivano un sapore intenso e avvolgente al brodo. Anche la carne di tacchino, spesso utilizzata in questo piatto, aggiungeva un tocco di sapore delicato, creando un equilibrio perfetto con le verdure.
Oggi, la minestra verde continua a essere preparata con lo stesso spirito tradizionale, ma con una maggiore versatilità. Le famiglie moderne scelgono di arricchirla con diverse carni a piacere, come maiale, tacchino, pollo o anche manzo, a seconda delle preferenze. Questo piatto, che unisce semplicità e bontà, resta una scelta ideale per scaldare il corpo durante le fredde giornate invernali.
Inoltre, era tradizione servire la minestra come primo piatto, per assaporare appieno il gusto delle verdure. Veniva accompagnata con pane raffermo bagnato nel brodo caldo o con pane tostato, che aggiungevano una nota saporita. Alcune famiglie, invece, preferivano arricchirla con pasta fresca fatta in casa, rendendo così la ricetta ancora più sostanziosa.
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Piazza dei Martiri, San Giovanni Rotondo, Puglia, Italy |
Dear friends,
as Christmas Eve arrives, I want to take a moment to send my warmest wishes to all of you across the world – especially to my dear followers in the United States, Canada, Singapore and Australia. Thank you!
Your support throughout the year has meant so much to me. Knowing that so many of you, Pugliesi at heart or by blood, continue to follow my recipes and stories from across the ocean fills me with joy and pride. Thank you!
From the heart of Puglia, I send you the warmth of our traditions – the aroma of olive oil, the crunch of taralli, the sweetness of cartellate, and the love that every nonna pours into her dishes. I hope that even from afar, you feel connected to our beautiful land through the flavors and memories we share.
🎄 May your Christmas be filled with love, good food, and cherished moments with your families.
Thank you for being part of this journey. I can’t wait to continue sharing new adventures and recipes with you in the coming year.
Keep following me to bring a little bit of Puglia to your tables, wherever you are. Our traditions will keep you company, even miles away from home.
Thank you for always being there. I wish you a Christmas filled with love and peace, even if you're far from home. I hope to bring a little piece of Puglia into your hearts, wherever you may be.
Buon Natale e auguri!
💖 Wishing you joy from the bottom of my heart.
With love and gratitude, Thank you!
Clementina
Il Natale in tavola con i sapori della Puglia
Natale è il momento perfetto per celebrare con piatti che raccontano le tradizioni e i sapori autentici di una terra straordinaria come la Puglia. Questo menù, pensato per essere gustato e preparato con facilità, porta in tavola l’anima pugliese e trasforma il pranzo di Natale in un’esperienza indimenticabile.
La generosità della terra e del mare di Puglia
La cucina pugliese attinge ad una dispensa naturale straordinaria, dove l’abbondanza di ortaggi, cereali, legumi, frutta secca, olio extravergine e pesce freschissimo incontra erbe aromatiche, formaggi tipici e carni di qualità. Ogni ingrediente racconta un pezzo di storia del territorio, dando vita a piatti intensi e autentici.
Ti va di provare questo menù assieme a me? Sarà un viaggio tra tradizione e innovazione, per portare in tavola la magia del Natale con un tocco autenticamente pugliese. Mettiamoci al lavoro in cucina!
Ti va di provare questo menù assieme a me? Sarà un viaggio tra tradizione e innovazione, per portare in tavola la magia del Natale con un tocco autenticamente pugliese. Mettiamoci al lavoro in cucina!
Eleganza e semplicità in tavola
Anche se ha radici contadine, la cucina pugliese sa rinnovarsi con eleganza. Ogni piatto trova un equilibrio perfetto tra sapori dolci, saporiti e delicati, rendendo ogni boccone speciale e piacevole per tutti.
Gli abbinamenti studiati con attenzione e i sapori variegati rendono la tavola un’esperienza unica, capace di sorprendere tutti e trasformare il pranzo di Natale in un momento speciale da ricordare.
Da preparare in anticipo:
La crema di ceci neri puo' essere preparate il giorno prima per semplificare l’organizzazione e avere più tempo da dedicare agli altri piatti. Conservaltela n frigorifero in un contenitore ermetico per mantenerla fresca e pronta all’uso.
Basterà riscaldarla il giorno del pranzo per ottenere il massimo del sapore.
Menù di Natale Pugliese
Antipasti:
- Crudo di gamberi su crema di ceci neri e agrumi
- Burrata con fichi secchi caramellati e mandorle tostate
Primo piatto:
- Strascinati con pomodorini freschi, stracciatella, basilico e tarallo sbriciolato o
- Lasagna classica, per chi ama i sapori più ricchi e tradizionali delle feste
Secondo piatto:
- Filetto di manzo scottato con fettina di caciocavallo podolico cipolle rosse caramellate
Dolci della tradizione:
- Cartellate o carangi e calzoncelli con i ceci e panettone e dolci di Natale
Vini in abbinamento:
- Fiano Salentino IGP o Prosecco Durello Brut – Tenute Rubino per antipasti e primo piatto
- Primitivo di Manduria per il secondo piatto
- Spumante Metodo Classico D’Araprì di San Severo o Cantina Due Palme – Gran Rosé Dolce per i dolci
Con una pianificazione attenta e qualche preparazione in anticipo, potrai gustare ogni piatto senza fretta, evitando lo stress dell’ultimo minuto.
Il giorno di Natale potrai dedicarti completamente ai tuoi ospiti, condividendo con loro la gioia di stare insieme e assaporando sapori che evocano l’essenza della terra di Puglia.
Grazie a una buona organizzazione, avrai il tempo di impiattare con cura, scegliere il giusto abbinamento dei vini e creare un’atmosfera calorosa. Ogni pietanza diventerà così un racconto gustativo, un ricordo da preservare e condividere, rendendo la tua esperienza natalizia più intensa, significativa e indimenticabile.
Buone Feste!
Tag:
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SE DICI PUGLIA, DICI "SPUMANTE D'ARAPRI'
D’Araprì: l’eccellenza del Metodo Classico Pugliese per il Natale_
Il Natale è un periodo magico, fatto di luci, sapori e di uno spumante da condividere con chi amiamo. Perché non rendere queste festività ancora più speciali con un brindisi che racchiude l’essenza della Puglia? Parliamo dello spumante D’Araprì, eccellenza di San Severo, che ha trasformato un sogno in realtà, portando eleganza e tradizione nel cuore di una terra che continua a stupire con le sue eccellenze enogastronomiche.
D’Araprì è sinonimo di qualità e raffinatezza nel panorama enologico pugliese. Questo spumante si distingue per una spuma fine e persistente, un bouquet mielato con note di lievito, frutta secca e agrumi, e un sapore fresco ed equilibrato.
Ideale per accompagnare aperitivi o piatti di pesce come frittura di pesce e anguilla alla brace e formaggi delicati. D’Araprì esprime l’essenza di una lavorazione attenta e di un territorio ricco di tradizione.
Ogni bottiglia è un’esperienza di gusto unica, che celebra il meglio della Puglia.
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La cucina pugliese natalizia è ricca di sapori autentici, dove pochi ingredienti di qualità si trasformano in dolci unici, perfetti per rendere speciali le feste. Ogni ricetta è un invito a riscoprire la tradizione e a portare in tavola il calore e la genuinità della Puglia. Preparare questi dolci significa rivivere la magia del Natale e stupire i tuoi cari con prelibatezze fatte in casa.
Il Natale è il periodo dell'anno in cui le tradizioni si fanno più vive. Ci si ritrova insieme attorno alla tavola per festeggiare. Qui troverai ispirazioni per preparare prelibatezze che conquisteranno tutti.🎄 🎄
QUALI SONO I DOLCI NATALIZI PUGLIESI?
Se dici Puglia, pensi subito ai dolcetti di pasta di mandorle_
La pasticceria pugliese è famosa per i suoi dolci semplici ma ricchi di sapore, e i dolcetti di pasta di mandorle ne sono un esempio iconico. La mandorla è l' ingrediente protagonista di tanti dolci pugliesi, dalle paste secche ai biscotti alla cupeta e di tanti altri dolci tradizionali.
Preparati con ingredienti genuini e con mandorle locali, questi dolcetti, si tramandano di generazione in generazione e rappresentano una tradizione immancabile delle festività.
Questi biscotti si distinguono per la loro texture unica: leggermente croccanti all'esterno, ma straordinariamente teneri e morbidi all'interno. La loro delicatezza li rende perfetti non solo come dessert per concludere un pranzo speciale, ma anche per accompagnare una tazza di tè pomeridiano.
Cartellate pugliesi al vincotto: la ricetta tradizionale di Natale
Le cartellate sono uno dei dolci più antichi e rappresentativi della tradizione pugliese, preparate soprattutto durante il periodo natalizio. Da generazioni, accompagnano i Natali pugliesi portando in tavola il calore di una cucina che non è solo arte, ma anche amore.
La loro forma unica, arrotolata e pizzicata come un ricamo, racconta storie di mani sapienti che trasformano ingredienti semplici in piccoli capolavori.
La croccantezza della frittura, l’intreccio perfetto delle rose e il profumo del vincotto fanno di questo dolce una vera icona della Puglia, capace di raccontare storie con ogni morso: un patrimonio gastronomico autentico che celebra l’identità e i sapori unici della regione.
La loro forma unica, arrotolata e pizzicata come un ricamo, racconta storie di mani sapienti che trasformano ingredienti semplici in piccoli capolavori.
La croccantezza della frittura, l’intreccio perfetto delle rose e il profumo del vincotto fanno di questo dolce una vera icona della Puglia, capace di raccontare storie con ogni morso: un patrimonio gastronomico autentico che celebra l’identità e i sapori unici della regione.
Cartellate: la bontà in tutte le sue forme
Le cartellate, condite con miele arricchito da mandorle tostate e una spolverata di cannella, oppure immerse nel vincotto, sono irresistibili nella loro versione più tradizionale. Esistono anche varianti moderne, come quelle decorate con zuccherini colorati o arricchite con cioccolato, molto amate dai bambini.
Infine, c’è chi le preferisce al naturale, senza alcun condimento, per apprezzarne la croccantezza autentica, proprio come piace a me!
Infine, c’è chi le preferisce al naturale, senza alcun condimento, per apprezzarne la croccantezza autentica, proprio come piace a me!
Origini delle cartellate
Le cartellate sono uno dei dolci più antichi della Puglia e una vera opera d’arte culinaria. Le loro radici risalgono probabilmente al periodo greco-romano, quando dolci simili venivano offerti agli dèi per propiziare i raccolti.
Il nome “cartellate” potrebbe derivare dal termine dialettale “carteddate,” che significa "arrotolate," oppure dal greco “kartallos,” che indica un cesto intrecciato. Con l’avvento del cristianesimo, le loro forme sono state associate alle fasce di Gesù Bambino o alla corona di spine della Passione.
Oggi, le cartellate continuano a essere un simbolo del Natale pugliese, portando in tavola non solo dolcezza, ma anche una tradizione che unisce famiglie e generazioni.
Il nome “cartellate” potrebbe derivare dal termine dialettale “carteddate,” che significa "arrotolate," oppure dal greco “kartallos,” che indica un cesto intrecciato. Con l’avvento del cristianesimo, le loro forme sono state associate alle fasce di Gesù Bambino o alla corona di spine della Passione.
Oggi, le cartellate continuano a essere un simbolo del Natale pugliese, portando in tavola non solo dolcezza, ma anche una tradizione che unisce famiglie e generazioni.
Il dolce che unisce la Puglia
In tutta la regione, le cartellate assumono nomi diversi a seconda delle zone, riflettendo la ricchezza linguistica e culturale della Puglia: “carteddàte” o “scartillàte” nel barese, “crustoli” nel foggiano, " carangi" a San Giovanni Rotondo ,“cartiddate” nel Salento. Ogni nome racconta una storia, testimoniando la forte identità gastronomica della regione.
Nel Gargano, il vincotto d’uva dona al dolce un sapore intenso, mentre nel Salento è il vincotto di fichi a impreziosire ogni morso. Le mandorle locali, come la Filippo Cea delle Murge o la Fra Giulio del Gargano, e mandorla Tuono nel Salento, aggiungono croccantezza e tradizione.
L’olio extravergine di oliva, comune in tutta la Puglia, dona alle cartellate una fragranza unica durante la frittura. L’impasto, arricchito con vini bianchi pugliesi pregiati, esalta la bontà di questo dolce natalizio. Nel Salento, le cartellate si lasciano asciugare prima di friggerle, diventando più croccanti. Nel Gargano, invece, si friggono subito e restano più friabili.
Nel Gargano, il vincotto d’uva dona al dolce un sapore intenso, mentre nel Salento è il vincotto di fichi a impreziosire ogni morso. Le mandorle locali, come la Filippo Cea delle Murge o la Fra Giulio del Gargano, e mandorla Tuono nel Salento, aggiungono croccantezza e tradizione.
L’olio extravergine di oliva, comune in tutta la Puglia, dona alle cartellate una fragranza unica durante la frittura. L’impasto, arricchito con vini bianchi pugliesi pregiati, esalta la bontà di questo dolce natalizio. Nel Salento, le cartellate si lasciano asciugare prima di friggerle, diventando più croccanti. Nel Gargano, invece, si friggono subito e restano più friabili.
Cartellate al vincotto: il dolce fatto di semplicità
Le cartellate al vincotto rappresentano il simbolo della tradizione natalizia pugliese. Gli ingredienti sono semplici: farina, olio extravergine di oliva e vino bianco. Tuttavia, la loro preparazione richiede pazienza e abilità. L’impasto viene steso sottilissimo, tagliato in strisce e modellato con cura per creare la forma tipica di rosa o di nastro arrotolato.
Dopo la frittura, le cartellate vengono immerse nel vincotto, un mosto cotto d'uva o di fichi, oppure nel miele, che conferisce loro un sapore dolce e aromatico.
Fatti di semplicità, amore e tradizione, le cartellate al vincotto sono un dolce che racconta la Puglia in ogni boccone, celebrando le festività natalizie con un gusto inconfondibile e indimenticabile.
Dopo la frittura, le cartellate vengono immerse nel vincotto, un mosto cotto d'uva o di fichi, oppure nel miele, che conferisce loro un sapore dolce e aromatico.
Fatti di semplicità, amore e tradizione, le cartellate al vincotto sono un dolce che racconta la Puglia in ogni boccone, celebrando le festività natalizie con un gusto inconfondibile e indimenticabile.
Ricetta delle cartellate pugliesi al vincotto
Vi passo gli ingredienti delle cartellate pugliesi al vincotto! Se siete alle prime armi, qui troviate un post che vi spiega passo dopo passo come realizzarle: [Clicca qui].
Ingredienti :
6 uova fresche intere
3 cucchiai di zucchero
100 ml di olio extravergine di oliva
Circa 1 kg di farina 00 (quanto basta per un impasto morbido)
150 ml di vino bianco
Olio di oliva per friggere
Vincotto (di fichi o di uva)
3 cucchiai di zucchero
100 ml di olio extravergine di oliva
Circa 1 kg di farina 00 (quanto basta per un impasto morbido)
150 ml di vino bianco
Olio di oliva per friggere
Vincotto (di fichi o di uva)
scaglie di mandorla per decorare o mandorle tostate spezzettate
Procedimento
1. Preparare l’impasto: Rompete le uova in una ciotola capiente e sbattetele leggermente con una forchetta. Aggiungete lo zucchero, l’olio extravergine di oliva e il vino bianco, mescolando fino a ottenere un composto omogeneo.
2. Incorporare la farina: Disponete la farina a fontana su una spianatoia e versate il composto liquido al centro. Lavorate l’impasto con le mani, aggiungendo farina poco alla volta fino a ottenere una massa morbida ed elastica.
3. Riposo dell’impasto:Formate un panetto con l’impasto, copritelo con un canovaccio pulito e lasciatelo riposare a temperatura ambiente per circa 30 minuti.
4. Stendere l’impasto:Dopo il riposo, dividete l’impasto in porzioni e stendetelo con un mattarello o una macchina per la pasta fino a ottenere sfoglie sottili di circa 2 mm.
5. Creare le cartellate:Con una rotella dentellata, ritagliate strisce di circa 3 cm di larghezza e 20-30 cm di lunghezza. Pizzicate i bordi a intervalli regolari per creare delle conchette, poi arrotolate ogni striscia su se stessa formando una spirale a forma di rosa. Man mano che le preparate, copritele con un canovaccio per evitare che si secchino.
6. Friggere le cartellate:In una padella capiente, scaldate abbondante olio di oliva. Friggete poche cartellate alla volta fino a quando saranno dorate e croccanti. Scolatele su carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso.
7. Lasciarle raffreddare:Una volta fritte, lasciatele raffreddare completamente.
8. Decorare con il vincotto:Scaldate il vincotto in un pentolino per renderlo più fluido. Immergete le cartellate nel vincotto solo prima di mangiarle, così rimarranno fragranti e non si ammolleranno.
Conservazione
Cartellate cotte non condite: Si conservano in sacchetti di plastica per alimenti, ben chiusi, fino a una settimana.
Cartellate condite con vincotto: Riponetele in frigorifero, dove si mantengono per alcuni giorni. Prima di servirle, lasciatele a temperatura ambiente.
Cartellate condite con vincotto: Riponetele in frigorifero, dove si mantengono per alcuni giorni. Prima di servirle, lasciatele a temperatura ambiente.
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