🍞 Il Pane di Monte Sant’Angelo è un’eccellenza della tradizione pugliese, riconosciuto per la sua crosta croccante e la mollica soffice. Perfetto per essere gustato anche da solo, con una fetta di pane e pomodoro o con un filo di olio, è protagonista di molte ricette tradizionali pugliesi.
Utilizzato per panzanella, zuppe di pesce, minestre di legumi e piatti ripieni, si presta anche a una colazione rustica, inzuppato nel latte come si faceva un tempo. Il suo sapore inconfondibile regala emozioni a ogni morso, evocando il calore della cucina contadina. Questo pane antico, cotto in forno a legna e preparato con lievito naturale, è un simbolo della panificazione del Gargano e della Puglia
Le nicchie, edicole votive e le statue di San Michele Arcangelo nel Gargano, in Puglia: protezione dalla peste, tradizione e fede popolare tra santuari e centri storici.
La Puglia ha un legame speciale con San Michele Arcangelo. Nelle masserie, lungo le strade di campagna e nei piccoli borghi del Gargano, si trovano statue, nicchie e immagini dell'Arcangelo, simbolo di protezione e speranza. Questa devozione è antica e si collega non solo alla storia locale, ma anche a percorsi sacri di importanza europea.
Ingredienti:
- Uova: 6
- Olio extravergine di oliva: 100 ml
- Sale: Un pizzico per ogni uovo
- Bicarbonato di sodio: Un pizzico, mezzo cucchiaio
- Grappa o Anice: Un bicchiere 25ml
- Zucchero: Un cucchiaio
- Farina 00: 500 gr
In una ciotola, unite le uova leggermente sbattute con il sale, il bicarbonato, un tocco di grappa, l’olio e la farina precedentemente setacciata. Versate il composto ottenuto su una spianatoia, aggiungete gradualmente altri 100 grammi di farina e impastate con energia per circa 15 minuti, fino a che l’impasto non diventa elastico e si inizia a gonfiare lievemente. Lasciate quindi riposare l’impasto, coperto con un canovaccio pulito, per circa mezz'ora per permettendogli di lievitare in un ambiente tiepido. Nel frattempo, riempite una pentola capiente con acqua e portatela a ebollizione. Prendete l’impasto e formate dei cilindri lunghi circa 15 cm e dallo spessore di 2-3 cm, quindi unite le estremità per formare delle ciambelle.
Non appena l’acqua raggiunge il bollore, immergete alcuni taralli alla volta; quando risalgono a galla, utilizzate una schiumarola per sollevarli dall'acqua e posizionateli delicatamente su un canovaccio pulito. Copriteli con un altro canovaccio e lasciateli riposare e raffreddare per tutta la notte. Al mattino seguente, incidete profondamente i taralli lungo tutta la loro circonferenza con un coltello affilato, quindi collocateli su una teglia rivestita di carta da forno, facendo attenzione a lasciare spazio tra loro poiché in cottura si gonfieranno. Cuocete nel forno preriscaldato a 220°C per i primi 10 minuti, poi abbassate la temperatura a 160°C e proseguite la cottura per altri 10 minuti, fino a che i taralli non diventano dorati e croccanti.
Nel frattempo, preparate uno sciroppo semplice in una pentola piccola, versando acqua e zucchero. Portate a ebollizione e fate cuocere per alcuni minuti, fino a che lo sciroppo non raggiunge la consistenza desiderata, verificabile facendo la prova filo tra le dita.
Ogni volta che assaporiamo un tarallo dolce di Monte Sant'Angelo, non gustiamo soltanto un biscotto, ma ci immergiamo in un viaggio che va oltre il sapore. Dalla cima di questa montagna sacra, con il mare di Manfredonia davanti a noi e la valle degli eremi sotto, viviamo storie di fede e speranza, in un legame che unisce palato e cuore.
I taralli non rappresentano solo una delizia locale, ma incarnano l'essenza di ogni regione italiana, ognuna con il suo tarallo, la sua storia e le sue tradizioni. Questo dolce, in particolare, ci lega alle radici profonde di Monte Sant'Angelo, celebrando la ricchezza culturale e la diversità che contraddistingue il nostro paese. Assaporarli significa scoprire un mosaico di tradizioni regionali, unendo gusto e cultura in un unico gesto.
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Tra i dolci più iconici del Gargano spiccano i poperati, conosciuti anche come "prupate". Questi grandi dolci a forma di ciambella, tipici di Monte Sant’Angelo, Manfredonia e altri paesi del Gargano, rappresentano un legame profondo con la storia e le tradizioni locali. La loro origine, di chiara derivazione albanese, richiama il periodo del dominio degli Skanderbeg nella regione.
Considerati un dolce simbolico delle grandi occasioni, i poperati venivano preparati per fidanzamenti e banchetti nuziali, arricchendo le celebrazioni con il loro sapore unico e speziato. Salvaguardare questa ricetta significa proteggere la nostra storia e mantenere vivo un patrimonio culturale che unisce sapori e memoria.
Questa ricetta autentica, trasmessa da un forno storico di Monte Sant’Angelo, rappresenta una versione tradizionale dei poperati. Tuttavia, ogni panificio ha la sua variante, così come le diverse località del Gargano. Alcuni utilizzano il lievito madre, altri il lievito di birra o persino il lievito per dolci, conferendo al dolce caratteristiche sempre uniche e irripetibili.

Le Ostie Ripiene di Monte Sant’Angelo, in provincia di Foggia, sono uno dei dolci tipici pugliesi più amati, riconosciute come Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT). Questo dolce tradizionale del Gargano è una vera eccellenza della pasticceria pugliese, caratterizzato da cialde sottilissime e croccanti che racchiudono un goloso ripieno di mandorle caramellate e miele.
🥮Scopri come preparare in casa le cialde sottili e fragranti per le autentiche ostie ripiene di Monte Sant’Angelo.
Ingredienti semplici, procedimento dettagliato e tutti i segreti per ottenere una base perfetta, proprio come vuole la tradizione. In vista delle festività, ho deciso di realizzare cialde croccanti, perfette per essere farcite con il classico ripieno di mandorle e miele. Questa volta, però, aggiungerò un tocco in più: mandorle caramellate, che renderanno questi dolci ancora più golosi e irresistibili.
In vista delle festività, ho deciso di realizzare cialde croccanti, perfette per essere farcite con il classico ripieno di mandorle e miele. Questa volta, però, aggiungerò un tocco in più: mandorle caramellate, che renderanno questi dolci ancora più golosi e irresistibili.
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Ingredienti semplici, procedimento dettagliato e tutti i segreti per ottenere una base perfetta, proprio come vuole la tradizione. In vista delle festività, ho deciso di realizzare cialde croccanti, perfette per essere farcite con il classico ripieno di mandorle e miele. Questa volta, però, aggiungerò un tocco in più: mandorle caramellate, che renderanno questi dolci ancora più golosi e irresistibili.
In vista delle festività, ho deciso di realizzare cialde croccanti, perfette per essere farcite con il classico ripieno di mandorle e miele. Questa volta, però, aggiungerò un tocco in più: mandorle caramellate, che renderanno questi dolci ancora più golosi e irresistibili.Ricetta tradizionale per fare le ostie
Le ostie ripiene pugliesi sono un dolce simbolo della tradizione gastronomica del Gargano, tramandato di generazione in generazione. Per ottenere la consistenza perfetta, è fondamentale utilizzare l’apposito stampo di ferro, lo stesso che da secoli viene impiegato per la preparazione di queste prelibatezze.Ecco la ricetta originale per realizzare le cialde croccanti, proprio come quelle delle vere ostie ripiene di Monte Sant’Angelo, utilizzando l'apposito stampo di ferro.
Antico e profumato, il Propato è un dolce che racconta una storia di unione e tradizione. Nasce nelle cucine delle famiglie pugliesi, quando il profumo delle spezie si mescolava alla gioia dei fidanzamenti e dei matrimoni, annunciando un legame destinato a durare per sempre.
Un gusto unico, che cambia da paese a paese
Origini lontane e influenze storiche
E se un giorno decidi di visitare il Gargano, in Puglia, sai cosa portare con te: un Propato, un assaggio autentico di storia e tradizione.
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Antichi e profumati, i Propati sono dolci che raccontano una storia di unione e tradizione. Nascono nelle cucine delle famiglie pugliesi, quando il profumo delle spezie si mescolava alla gioia dei fidanzamenti e dei matrimoni, annunciando un legame destinato a durare per sempre.
Un gusto unico, che cambia da paese a paese
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Articolo - "Storia e origine dei propati pugliesi" scritto da Clementina Urbano per Sedicipuglia – Cucina pugliese vera dal 2009.

🌿 La Pasqua in Puglia è un viaggio tra tradizione e sapori autentici. Scopri i dolci e le ricette più amate della cucina pugliese, dalle fragranti scarcelle ai deliziosi propati, passando per il cremoso cavicione alla ricotta, il caratteristico pizzo palumbo e il tradizionale canestrello. Qui troverai tante altre ricette antiche e poco conosciute per fare un viaggio tra sapori autentici e celebrare la Pasqua con gusto! Dai piatti tipici ai dolci simbolici, ogni ricetta racconta una storia di famiglia e territorio.
Da tanti anni, in un angolo della mia cucina, vive il mio lievito madre. L’ho sempre chiamato il "bambinello da accudire". Un nome affettuoso, perché, in fondo, prendersi cura di lui è proprio come accudire un bambino: bisogna rinfrescarlo, nutrirlo, proteggerlo.
Fino a 80 anni fa, nel Gargano, dai racconti di mia madre, in ogni casa si custodiva il lievito, "lu crscand", perchè tutti facevano il pane in casa e lo si andava a cuocere nei forni a legna del paese. I forni erano numerosi e fondamentali per la vita quotidiana.
Da tanti anni, in un angolo della mia cucina, vive il mio lievito madre. L’ho sempre chiamato il "bambinello da accudire". Un nome affettuoso, perché, in fondo, prendersi cura di lui è proprio come accudire un bambino: bisogna rinfrescarlo, nutrirlo, proteggerlo.
Fino a 80 anni fa, nel Gargano, dai racconti di mia madre, in ogni casa si custodiva il lievito, "lu crscand", perchè tutti facevano il pane in casa e lo si andava a cuocere nei forni a legna del paese. I forni erano numerosi e fondamentali per la vita quotidiana.
Nel Gargano, il 19 marzo è un giorno speciale, in cui la devozione per San Giuseppe si fonde con un’antica tradizione popolare: l’accensione delle Fanoje. Questa usanza, ancora viva in San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, Monte Sant’Angelo, Vieste e in tantissimi altri borghi del promontorio, illumina la notte con grandi falò comunitari.
SE DICI PUGLIA, DICI " NERO DI TROIA".
Dove si produce il Nero di Troia
Caratteristiche distintive del Nero di Troia
Questo vino si distingue per:
Colore: Rosso rubino intenso con riflessi granato.
Aroma: Profumi di amarene, prugne, violetta e spezie dolci.
Sapore: Strutturato ed elegante, con tannini vellutati e una buona acidità che lo rendono versatile.
Abbinamenti in cucina: il Nero di Troia a tavola
Il Nero di Troia è un vino che esalta i sapori della cucina pugliese. Si abbina perfettamente ai torcinelli, gustosi involtini di interiora di agnello cotti alla brace, e alla muscisca, carne essiccata tipica del Gargano.
Per gli amanti della carne alla brace, le bombette pugliesi e la tagliata di manzo sono perfette da accompagnare con questo vino. Anche i formaggi stagionati, come il caciocavallo podolico e il pecorino, trovano nel Nero di Troia un alleato ideale. Tra i primi piatti, spiccano le orecchiette al ragù, i cavatelli con sugo di cinghiale e la pasta al forno, che si sposano magnificamente con la sua struttura.
Le cantine più rinomate nella produzione di Nero di Troia
- Torrevento (Corato): Riconosciuta per il suo "Ottagono", primo Nero di Troia a ricevere la DOCG Castel del Monte Riserva nel 2014, simbolo di eccellenza nella vinificazione.
- Rivera (Andria): Famosa per il "Puer Apuliae", un Nero di Troia apprezzato per la sua struttura e complessità, premiato in diverse guide enologiche.
- Cantine Paradiso (Cerignola): Nota per l'"Angelo Primo", un Nero di Troia che esprime al meglio la ricchezza del territorio.
- Cantina di Ruvo di Puglia (Crifo): Punto di riferimento per la valorizzazione del Nero di Troia, con numerose etichette di alta qualità.
- Cantine Spelonga (Stornara): Celebre per il "Tyron", premiato in concorsi internazionali, rappresenta un’interessante espressione moderna del vitigno.
-Antica Enotria (Cerignola): Produce il "Contessa Staffa", un vino elegante e apprezzato dagli esperti.
Il Nero di Troia non è solo un vino, ma un emblema dell’enogastronomia pugliese. Ogni calice racchiude il sapore e la storia di un territorio unico, celebrando tradizione e passione. Perfetto per accompagnare i piatti tipici o per occasioni speciali, il Nero di Troia offre un’esperienza sensoriale che rende omaggio alla ricchezza della Puglia.
E PER LE VACANZE DI NATALE, UNA BOTTIGLIA DI NERO DI TROIA, CI STA!
Buon viaggio e buon gusto nei vini della Puglia!
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Se amate i dolci tradizionali pugliesi, dovete assolutamente provare il Propato della Zita, un dolce nunziale che racchiude tutta la dolcezza della Puglia.
Propati Pasquali del Gargano
Propati con cioccolato e arancio
Cartellate pugliesi
Calzoncelli con i ceci
Pizze fritte
Pizza con le patate
La cucina quaresimale pugliese: semplicità, tradizione e sacrificio
La Quaresima è un periodo di riflessione, e la cucina pugliese ha sempre rispettato questa tradizione con piatti semplici ma ricchi di storia. Il "mangiare di magro" esclude la carne, ma valorizza legumi, verdure, pane raffermo, pasta e pesce, con ricette tramandate di generazione in generazione.
Un tempo, nelle case contadine, i pasti erano un rituale di essenzialità: si usavano ingredienti poveri, ma sapientemente combinati per creare piatti nutrienti. Il venerdì era il giorno più rigoroso, con pasti a base di legumi e verdure, mentre la domenica si concedeva qualcosa di più sostanzioso, come pasta con ricotta o pesce. In alcune famiglie, i più devoti sceglievano di rinunciare anche ai dolci, ma in altre si preparavano i quaresimali, biscotti semplici senza grassi animali.
I piatti della Quaresima in Puglia
Piatti a base di legumi e verdure
- Fave e cicoria – Piatto simbolo della tradizione povera pugliese, con crema di fave e cicoria amarognola.
- Pancotto con verdure selvatiche – Pane raffermo ammorbidito e insaporito con erbe di stagione.
- Ciceri e tria – Pasta e ceci piatto semplice e delizioso.
- Minestra di verdure e legumi – Una zuppa calda e nutriente con ceci, fagioli o cicerchie.
- Frittata di cipolle – Morbida e saporita, perfetta per accompagnare il pane casereccio.
- Frittata di lampascioni – Dal sapore amarognolo, tipica della primavera.
- Frittata di asparagi selvatici: - Dal sapore primaverle unico e ricco di sapore.
- Verdure maritate con uova - Piatto ricco dal sapore antico.
- Cascigno verdura con le uova - Piatto contadino semplice e genuino.
Piatti a base di pane, pasta e patate
- Friselle con pomodoro e olio – Pane biscottato inzuppato e condito con pomodori invernali, olio e origano.
- Pasta e ricotta – Cremosa e delicata, condita con pepe e un filo d’olio extravergine.
- Pasta e patate – Piatto povero ma sostanzioso, con pomodoro o in bianco.
- Orecchiette con cime di rapa – Piatto iconico pugliese, spesso senza acciughe durante la Quaresima.
- Bietole e pasta - Unione di sapori semplici e gustosi Pasta con la catalogna - Piatto gustoso e nutriente con retrogusto amarognolo e dolcezza dell'olio di oliva.
- Verza stufata e cavatelli con la verza - Sapori semplici che emozionano al primo assaggio.
Piatti a base di pesce (nei giorni consentiti)
- Baccalà con patate – Il pesce più usato nei giorni di magro, cotto con aromi e olio extravergine.
- Polpo alla pignata – Cotto lentamente con pomodoro e alloro in una pentola di terracotta.
- Seppie ripiene alla brindisina – Farcite con pane raffermo, erbe e spezie, poi cotte in umido.
Dolci quaresimali (se concessi)
- Quaresimali pugliesi – Biscotti semplici senza grassi animali, spesso aromatizzati con mandorle e spezie.
- Taralli dolci al vino – Senza burro né latte, perfetti per chi segue una Quaresima più rigorosa.
Curiosità
Un tempo, nelle famiglie pugliesi, il cibo della Quaresima era un modo per purificarsi e riscoprire la semplicità. Le uova e il pesce erano concessi solo in alcuni giorni, mentre il pane, i legumi e le verdure erano la base dell’alimentazione quotidiana.
La Quaresima in Puglia è un viaggio nella cucina povera, dove ogni piatto racconta una storia di sacrificio, ma anche di ingegno e tradizione.
La Settimana Santa in Puglia: riti, tradizione e digiuno
La Settimana Santa in Puglia è uno dei momenti più sentiti dell’anno, caratterizzato da riti solenni e antiche tradizioni che accompagnano il periodo di preghiera, digiuno e riflessione. Se la Quaresima rappresenta un tempo di preparazione spirituale, gli ultimi giorni prima della Pasqua intensificano il senso di sacrificio e devozione popolare.
Tra i riti più suggestivi della Settimana Santa in Puglia troviamo:
- Le Fracchie di San Marco in Lamis → Un antico rito che si svolge il Venerdì Santo, in cui grandi torce di legno vengono incendiate e portate in processione per illuminare il cammino della Madonna Addolorata.
- Il rito del Terremoto nella chiesa di Sant'Orsola a San Giovanni Rotondo → Si svolge durante la celebrazione dei Sepolcri, rievocando il momento della morte di Cristo. Durante il rito, un particolare effetto sonoro simula il terremoto narrato nei Vangeli, intensificando il senso di partecipazione e riflessione dei fedeli.
Durante la Settimana Santa, il digiuno si fa ancora più rigoroso, rievocando le antiche usanze di penitenza e raccoglimento che hanno sempre caratterizzato la Puglia.
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