31.3.25
TRADITIONAL CANESTRELLO RECIPE FROM SAN MARCO IN LAMIS -PUGLIA - ITALY | SEDICIPUGLIA CLEMENTINA
Traditional Easter Sweet Bread from the Gargano, just baked: golden, fragrant, and full of meaning.
The canestrello is the typical Easter sweet from San Marco in Lamis, a small town in the heart of the Gargano (Puglia, Italy). It’s an ancient recipe, soft like brioche bread, deeply connected to Holy Week traditions. A beautiful, golden braid that smells like home and memories.
Some desserts carry the scent of home and the warmth of celebrations, telling stories passed down from generation to generation. Propati della zita are more than just a sweet treat: they symbolize unity, prosperity, and celebration, deeply rooted in Puglian culinary tradition. Prepared for weddings, they evoke love and care, kneaded by hand while the scent of cinnamon filled the narrow streets, announcing special days ahead.
Today, making propati is a way to reconnect with tradition — a celebration of simplicity and authenticity. Every bite tells the story of a land, a time, and a love that renews itself every time this dough is shaped. To prepare propati della zita means to keep alive a tradition that, despite the passing of time, remains in the hearts of those who still believe in authentic values and the beauty of simple things.
The magical scent of cinnamon
The warm aroma of cinnamon, the oven heating the house, and the sweet anticipation: Propati della zita embody the spirit of an ancient celebration. Originating from San Giovanni Rotondo, this soft and spiced sweet is lovingly prepared for weddings, symbolizing sweetness and best wishes for the couple. Every family preserves its own version, making this tradition truly unique. Though propati are strongly associated with weddings, they are also commonly prepared for Easter and other festive occasions.
If you’d like to taste a piece of this ancient custom, here’s a smaller version of the recipe, perfect for preparing just 4 propati.
If you need a traditional wedding quantity, click here.
This recipe has been simplified in ingredients and portions, ideal for anyone making propati for the first time! It’s one of those beloved recipes I keep close to my heart — an ancient tradition I’m happy to share. As my mother always says: “Learn the craft and save it for later! Let’s get started.”
Antico e profumato, il Propato è un dolce che racconta una storia di unione e tradizione. Nasce nelle cucine delle famiglie pugliesi, quando il profumo delle spezie si mescolava alla gioia dei fidanzamenti e dei matrimoni, annunciando un legame destinato a durare per sempre.
Un gusto unico, che cambia da paese a paese
Origini lontane e influenze storiche
E se un giorno decidi di visitare il Gargano, in Puglia, sai cosa portare con te: un Propato, un assaggio autentico di storia e tradizione.
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Antichi e profumati, i Propati sono dolci che raccontano una storia di unione e tradizione. Nascono nelle cucine delle famiglie pugliesi, quando il profumo delle spezie si mescolava alla gioia dei fidanzamenti e dei matrimoni, annunciando un legame destinato a durare per sempre.
Un gusto unico, che cambia da paese a paese
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E se un giorno decidi di visitare il Gargano, in Puglia, sai cosa portare con te: un pezzo di Propato, un assaggio autentico di storia e tradizione.
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Articolo - "Storia e origine dei propati pugliesi" scritto da Clementina Urbano per Sedicipuglia – Cucina pugliese vera dal 2009.
Il corredo della sposa non era solo un insieme di stoffe, ma un racconto intrecciato con ago e filo. Ogni lenzuolo ricamato, ogni pizzo lavorato a mano custodiva una storia. Un filo invisibile legava generazioni, tramandando amore e tradizione.
"Non si vive di solo pane," dice un proverbio. Ma per noi, qui nel Tavoliere e sul Gargano, il pane è stato vita, sostegno e, a volte, salvezza. Ha sfamato intere generazioni, ha raccontato storie di fatica e dedizione, e continua a profumare le nostre giornate, legando passato e presente come un filo invisibile.
Oggi voglio raccontarvi non solo di come si faceva il pane una volta, ma anche del legame profondo tra il nostro pane e un' azienda del cuore che non posso non annoverare nel mio blog : il Panificio Cavorsi di San Giovanni Rotondo. Ma partiamo dall’inizio ...
Pane e Tavoliere: La ricchezza del grano
Non esistevano snack o merendine: il pane era lo spuntino di ogni bambino, il pranzo di chi lavorava nei campi e la cena di chi tornava stanco a casa. Le pagnotte potevano pesare anche sei kg e bastavano per giorni. Il pane non era un contorno, ma la base di ogni pasto: pane e pomodoro, pancotto con le patate, martinese con i ceci e fagioli, pane e cicorie, pane e fichi o pane fritto, oppure semplicemente una fetta con zucchero e olio.
Il rituale del forno: Tra fatica e comunità
Il Panificio Cavorsi: Un forno che ha sfamato il paese
Tra i tanti forni che hanno mantenuto viva la tradizione del pane, il Panificio Cavorsi si distingue per la sua storia e il profondo legame con la comunità.
Fondato nel 1948, il Panificio Cavorsi è diventato un autentico simbolo di dedizione e amore per il territorio, rappresentando una vera e propria istituzione a San Giovanni Rotondo. Da quasi ottant'anni, questo forno non solo continua a sfamare generazioni con il suo pane genuino, ma trasmette anche quel calore umano che lo ha sempre contraddistinto.
Ricordo il fornaio attraversare le strade del paese con il suo tre ruote carico di pane appena sfornato, mentre i bambini correvano dietro al carretto sperando in un assaggio o in una fetta calda da portare a casa. Il profumo inconfondibile riempiva l’aria, e quel gesto di portare il pane a domicilio rappresentava molto più di una semplice comodità: era fiducia, solidarietà e calore umano.
Il fornaio annotava tutto su un taccuino: le pagnotte distribuite, i nomi delle famiglie e persino i crediti per chi non poteva pagare subito. Dare il pane a chi non poteva permetterselo era un gesto di grande generosità, che incarnava lo spirito di quei tempi.
Per raggiungere la grande bocca del forno, si scendevano degli scalini che conducevano in un ambiente avvolto dal calore. Le lunghe pale di legno, maneggiate con cura e precisione, portavano il pane all’interno del forno a legna, dove veniva cotto con attenzione, custodendo quel tesoro croccante.
Durante le festività, la produzione si arricchiva di specialità tipiche come i taralli, i propati della zita, i cavicioni con le cipolle sponsali, gli scaldatelli e le pizze. Questi prodotti, realizzati in grandi quantità dalle famiglie, venivano portati al forno per la cottura, diffondendo nell’aria profumi inconfondibili che rendevano ogni occasione ancora più memorabile.
La Produzione di Oggi: Tradizione e Innovazione
- Pane con farine antiche e integrali
- Pane con semi e grani speciali
- Taralli e scaldatelli
- Propati della zita
- Dolci per la colazione
- Pizze
La Bontà del Pane di Cavorsi
Il Pane di Cavorsi: Storia e Emozione
Il Panificio Cavorsi è il simbolo di un passato che non si dimentica e di un futuro che guarda avanti, custodendo l’essenza della tradizione.
Perché il pane di Cavorsi non è solo buono... è casa!
Scopri altre specialità pugliesi nel mio blog, cliccando qui
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Alcuni dolci portano con sé il profumo di casa e il calore delle feste, raccontando storie che si tramandano di generazione in generazione. I propati della zita sono più di un semplice dolce: rappresentano un simbolo di unione, prosperità e celebrazione, profondamente legato alla tradizione culinaria pugliese. Preparati per i matrimoni, evocano l’amore e la cura con cui venivano impastati a mano, mentre il profumo di cannella si diffondeva nei vicoli, annunciando l’arrivo di giornate speciali.
Oggi, preparare i propati è un gesto che ci riporta alla tradizione, un modo per celebrare la semplicità e l’autenticità di un dolce che ha radici profonde nel nostro passato. Ogni morso racchiude la storia di una terra, di un tempo e di un amore che si rinnova ogni volta che si impasta. Preparare i propati della zita significa anche far rivivere una tradizione che, nonostante il passare degli anni, resta viva nei cuori di chi ancora crede nei valori autentici e nella bellezza delle cose semplici.SE DICI PUGLIA, DICI " NERO DI TROIA".
Dove si produce il Nero di Troia
Caratteristiche distintive del Nero di Troia
Questo vino si distingue per:
Colore: Rosso rubino intenso con riflessi granato.
Aroma: Profumi di amarene, prugne, violetta e spezie dolci.
Sapore: Strutturato ed elegante, con tannini vellutati e una buona acidità che lo rendono versatile.
Abbinamenti in cucina: il Nero di Troia a tavola
Il Nero di Troia è un vino che esalta i sapori della cucina pugliese. Si abbina perfettamente ai torcinelli, gustosi involtini di interiora di agnello cotti alla brace, e alla muscisca, carne essiccata tipica del Gargano.
Per gli amanti della carne alla brace, le bombette pugliesi e la tagliata di manzo sono perfette da accompagnare con questo vino. Anche i formaggi stagionati, come il caciocavallo podolico e il pecorino, trovano nel Nero di Troia un alleato ideale. Tra i primi piatti, spiccano le orecchiette al ragù, i cavatelli con sugo di cinghiale e la pasta al forno, che si sposano magnificamente con la sua struttura.
Le cantine più rinomate nella produzione di Nero di Troia
- Torrevento (Corato): Riconosciuta per il suo "Ottagono", primo Nero di Troia a ricevere la DOCG Castel del Monte Riserva nel 2014, simbolo di eccellenza nella vinificazione.
- Rivera (Andria): Famosa per il "Puer Apuliae", un Nero di Troia apprezzato per la sua struttura e complessità, premiato in diverse guide enologiche.
- Cantine Paradiso (Cerignola): Nota per l'"Angelo Primo", un Nero di Troia che esprime al meglio la ricchezza del territorio.
- Cantina di Ruvo di Puglia (Crifo): Punto di riferimento per la valorizzazione del Nero di Troia, con numerose etichette di alta qualità.
- Cantine Spelonga (Stornara): Celebre per il "Tyron", premiato in concorsi internazionali, rappresenta un’interessante espressione moderna del vitigno.
-Antica Enotria (Cerignola): Produce il "Contessa Staffa", un vino elegante e apprezzato dagli esperti.
Il Nero di Troia non è solo un vino, ma un emblema dell’enogastronomia pugliese. Ogni calice racchiude il sapore e la storia di un territorio unico, celebrando tradizione e passione. Perfetto per accompagnare i piatti tipici o per occasioni speciali, il Nero di Troia offre un’esperienza sensoriale che rende omaggio alla ricchezza della Puglia.
E PER LE VACANZE DI NATALE, UNA BOTTIGLIA DI NERO DI TROIA, CI STA!
Buon viaggio e buon gusto nei vini della Puglia!
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Propati Pasquali del Gargano
Propati con cioccolato e arancio
Cartellate pugliesi
Calzoncelli con i ceci
Pizze fritte
Pizza con le patate
Lesina e il futuro delle sue anguille
Nelle fredde serate natalizie, sulle tavole del Gargano, il capitone, la grande anguilla femmina, è da sempre un piatto simbolo di festa e tradizione. La sua carne tenera, saporita e ricca di proprietà nutrizionali, racconta storie di pescatori che affrontavano le acque dei laghi di Lesina e Varano per garantire questo pregiato pesce sulle tavole pugliesi. Ad oggi, a Lesina la quantità di anguille presenti nel lago si è sensiblmente ridotta. Questa tradizione di consumare anguille, simbolo delle festività natalizie, rischia di svanire. Secondo IUCN, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (, l’anguilla europea (Anguilla anguilla) è in pericolo critico, con una riduzione del 90% delle sue popolazioni negli ultimi decenni.
Un viaggio epico: dalle sorgenti al Mar dei Sargassi
Un tempo abbondanti, queste creature affascinanti erano una risorsa preziosa per le economie locali. Oggi, il loro numero è drasticamente diminuito, portando questa specie sull’orlo della scomparsa.
Le cause del declino
Sbarramenti e dighe interrompono i percorsi migratori, impedendo alle anguille di raggiungere le aree di riproduzione nel Mar dei Sargassi.
Inquinamento
Le acque dei laghi e dei fiumi sono sempre più contaminate da sostanze tossiche, come pesticidi, microplastiche e metalli pesanti, che compromettono la salute delle anguille e il loro habitat.
Pesca Selvaggia e Illegale
La pesca indiscriminata, talvolta praticata per soddisfare la domanda di mercati internazionali, ha contribuito significativamente al declino delle popolazioni di anguille.
Malattie e Parassiti
L'introduzione accidentale di un parassita, originario dell’Asia, ha avuto conseguenze devastanti sulle anguille europee.
L’aumento delle temperature e l’alterazione degli ecosistemi naturali influiscono negativamente sul ciclo vitale delle anguille.
La legge che protegge l’Anguilla
In Italia, il divieto di pesca è in vigore dal 1° gennaio al 31 marzo di ogni anno. Nel 2024, è stato stabilito un ulteriore periodo di chiusura dal 1° aprile al 30 giugno, per garantire la tutela della specie.
Alternative sostenibili per il Natale
Pasta al Forno con Cardoncelli e Mozzarella di Bufala: Un piatto ricco e profumato, ideale per portare in tavola la festa con ingredienti della tradizione.
Cavatelli con Cardoncelli e Cozze: Un abbinamento sorprendente che mescola il gusto deciso dei cardoncelli con la freschezza delle cozze.
Calamari ripieni alla Pugliese: Farciti con pane raffermo, prezzemolo, capperi e pomodorini secchi. Un piatto di mare che porta i sapori del Gargano sulla tavola.
Zuppa di Pesce Locale: Preparata con pesci come gallinella, scorfano e triglie, è una ricetta che celebra il mare e la tradizione natalizia pugliese.
Pettole: Piccole delizie fritte, perfette per iniziare il pasto con un tocco di semplicità e gusto.
E poi ci sono i dolci calzoncelli con i ceci, cartellate, mostaccioli, mandorle atterrate e tante altre bontà.
In conclusione, la tavola natalizia pugliese rappresenta un vero e proprio tripudio di sapori, profumi e tradizioni che si tramandano di generazione in generazione. Celebrare le feste non significa solo onorare la nostra cultura, ma anche fare scelte che rispettino l’ambiente e il delicato equilibrio della natura. Con un po’ di creatività e attenzione, possiamo mantenere vive le nostre tradizioni culinarie senza compromettere la biodiversità, contribuendo così a preservare ciò che rende unica la nostra terra.
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Articolo scritto da Clementina Urbano per Sedicipuglia – Cucina pugliese vera dal 2009.
Poperati di Monte Sant'Angelo: il dolce dell'Amor e del matrimonio -
Tra i dolci più iconici del Gargano spiccano i poperati, conosciuti anche come "prupate". Questi grandi dolci a forma di ciambella, tipici di Monte Sant’Angelo, Manfredonia e altri paesi del Gargano, rappresentano un legame profondo con la storia e le tradizioni locali. La loro origine, di chiara derivazione albanese, richiama il periodo del dominio degli Skanderbeg nella regione.
Considerati un dolce simbolico delle grandi occasioni, i poperati venivano preparati per fidanzamenti e banchetti nuziali, arricchendo le celebrazioni con il loro sapore unico e speziato. Salvaguardare questa ricetta significa proteggere la nostra storia e mantenere vivo un patrimonio culturale che unisce sapori e memoria.
Questa ricetta autentica, trasmessa da un forno storico di Monte Sant’Angelo, rappresenta una versione tradizionale dei poperati. Tuttavia, ogni panificio ha la sua variante, così come le diverse località del Gargano. Alcuni utilizzano il lievito madre, altri il lievito di birra o persino il lievito per dolci, conferendo al dolce caratteristiche sempre uniche e irripetibili.
La cucina pugliese non smette mai di stupire con i suoi sapori unici e i vini che ne esaltano l’essenza, e tra questi spicca il Susumaniello, un vitigno autoctono dal passato travagliato e dal futuro luminoso. Questo vino rappresenta il simbolo di una rinascita enologica che valorizza le radici della Puglia. Nato tra le campagne assolate del Salento, il Susumaniello ha una storia che intreccia tradizione e innovazione. Un tempo considerato un vitigno secondario, oggi torna protagonista, grazie alla sua versatilità e al carattere autentico. Ma cosa rende speciale questo vino? Quali profumi e sapori racchiude in sé? E quali piatti lo esaltano al meglio? In questo viaggio scopriremo tutto sul Susumaniello, per brindare insieme alla cultura e al gusto della nostra terra.
Cucina pugliese e mandorle zuccherate: un classico della nostra tradizione dolciaria che incarna la semplicità e l'autenticità del territorio. Questi dolci sono preparati con soli tre ingredienti, mandorle, zucchero e acqua, sono un simbolo di festa e convivialità nelle case pugliesi. Ogni mandorla è tostata e avvolta in un croccante strato di zucchero caramellato, creando un connubio perfetto di texture e dolcezza.
Queste prelibatezze sono molto più che semplici dolci; sono custodi di ricordi felici, di momenti trascorsi in famiglia e di tradizioni che si tramandano di generazione in generazione. Rappresentano il comfort food per eccellenza, preparato durante le feste e ogni occasione speciale. Le mandorle zuccherate non sono solo amate per il loro sapore delizioso, ma anche per il loro profondo legame con la cultura e le tradizioni pugliesi. Prepararle è come tessere insieme i fili della nostra storia, unendo generazioni in un gesto semplice ma carico di significato.
Vincotto di Uva: Una Tradizione Millenaria.
Il vincotto, con il suo aroma distintivo e il sapore ricco, è una preparazione tradizionale che affonda le radici in una storia millenaria. Questa delizia può essere realizzata sia con fichi, fichi d'India che con l'uva, testimoniando la versatilità e la ricchezza delle risorse naturali del territorio. Oggi vi propongo la ricetta del vincotto fatto con il mosto di uva rosato, un prodotto che si prepara generalmente a settembre dopo la vendemmia. Il sapore del vincotto si sposa benissimo con la salinità del formaggio, creando un'esperienza gastronomica unica e sublime.
Il Vincotto di Uva Rosata: Un Ricco Sciroppo Pugliese.
Il vincotto di uva rosata è una delizia densa e aromatica, tipicamente preparata dopo la vendemmia per esaltare e arricchire numerosi piatti della cucina pugliese. Questa versione sfrutta le qualità uniche dell'uva rosata, conferendo al vincotto un colore distintivo e un sapore intenso.
Ingredienti:
- 10 litri di mosto di uva rosato, non fermentato
- 1 mestolo raso di cenere di legna, ben setacciata (circa 100 g)
Procedimento:
- Preparazione del Mosto: Utilizza mosto fresco di uva rosato, assicurandoti che non sia fermentato. Mettilo in una pentola capiente.
- Aggiunta della Cenere: Aggiungete un mestolo raso di cenere di legna al mosto(circa 100 gr. a litro). Questo aiuterà a chiarificare e a conferire un sapore unico durante la cottura e a togliere l'acido del mosto.
- Cottura: Portate il mosto a ebollizione e lasciatelo bollire per almeno un'ora senza schiumarlo, permettendo al liquido di ridursi fino alla metà.
- Riposo Notturno: Dopo la bollitura, spegnete il fuoco e lasciate riposare il mosto per tutta la notte.
- Filtrazione e Riduzione: Il giorno seguente, filtrate il mosto usando una federa di cuscino che non utilizzi più, la quale ha una trama più sottile e impedisce il passaggio di residui. Riportate il mosto filtrato sul fuoco e lasciatelo bollire a fuoco lento per circa quattro -cinque ore, o fino a quando non si è ridotto a un liquido molto denso, simile a uno sciroppo.
- Preparazione dei PICCIULATEDD: A metà cottura del vincotto, aggiungi i tarallini sottili fatti con solo con farina e l' acqua che prende l'impasto, massimo 200/ 300 g. di farina. Cucinate questi tarallucci nel vincotto bollente per 15 minuti, a seconda della consistenza desiderata. Questi servono a far addensare ulteriormente il vincotto.
- Conservazione: Una volta raffreddato, conservate il vincotto in bottiglie per utilizzarlo in diverse preparazioni. Si conserva bene per lungo tempo.
Utilizzo Tradizionale: In Puglia, il vincotto è spesso usato come ingredienti per farcire i cavicioni con i ceci o versato sopra le cartellate (carangi) durante le festività natalizie e nell'impasto dei taralli al vin cotto e nella preparazione della Colva È anche delizioso su formaggi forti, come il pecorino canestrato pugliese, dove il suo sapore dolce contrasta magnificamente con la salinità del formaggio.
Nel mio paese, San Giovanni Rotondo, le pizze fritte vengono spesso accompagnate da vincotto, creando un mix irresistibile di dolce e salato che è una vera delizia per il palato. Un po' come i pancake e succo d'acero, noi abbiamo le pizze fritte al vin cotto!
Poi c'è un altra ricetta la più bella e buona " LA NEVE AL VINCOTTO"!
Tra i ricordi più dolci della mia infanzia a San Giovanni Rotondo, c'è quello del sorbetto fatto con vincotto e neve cristallizzata. Non si usava la neve appena caduta, ma quella che si era ben solidificata, raccolta dai luoghi più puliti e intatti. A questa base fredda e pura, aggiungevamo il vincotto, creando un dolce che era tanto semplice quanto magico. Era un rituale invernale che aspettavamo con impazienza, un modo per celebrare la stagione fredda con una dolcezza che sapeva di casa e tradizione. Ogni sorso era un tuffo nei ricordi gioiosi della gioventù, un legame dolce con il passato che ancora oggi riscalda il cuore.
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